giovedì 25 febbraio 2016

Materia in mutamento - 15

olio su tela cm. 40x60  
olio su tela cm. 30x60



“Naturalismo della memoria” potrebbe essere il sottotitolo di questa mostra. Un naturalismo che proviene dai tracciati interni della memoria visiva dell’artista. Ricordi percettivi che si intersecano nelle strutture rielaborative della mente. La “materia in mutamento” è quell’arte pittorica che trasmuta ciò che si vede in ciò che si ricorda, in un conoscere affettivo. Arte, quindi, come rivelazione dell’autentico vedere. Autenticità dell’illusione.







venerdì 19 febbraio 2016

Elvio Annese su Materia in mutamento

Attesa
Appeso al filo, pescato da un pescatore d'infinito, il promontorio si è staccato e piano piano,
per non farlo ondeggiare, lento lento, poco alla volta viene sollevato e galleggia su un cuscino di salsedine sospeso al silenzio profondo. Si sente, ogni tanto, il deglutire dell'acqua prodotto dai pesci, forse felici, che disegnano cerchi argentati. Ogni tuffo fa sorridere il petto, pensando a quanto e quanto e quanto mondo c'è indipendente da noi e dalla nostra esistenza.

Di tronco fossile è la roccia dove siamo incollati, ha occhi e bocca che raccontano pestature di gusci d'ostriche e di stelle marine alla Breton, tempi immemori, voce profonda per il decollo verso astri lontani, fra l'odore del sugo sul fuoco, familiare oltre le mura e i tetti, nella notte infantile, e nell'attesa rende sempre più vasto tutto ciò che possiamo scoprire, e non abbiamo ancora scoperto, mutando.

Radici
Si potrà conversare abitando un asteroide mentre si cade veloci per piantare radici in qualche terra sconosciuta?







Sorprese
Ora siamo nella fiaba rischiarata dalla luna, ora è il legno e l'erba e il silenzio dei grilli fra le stridule note dell'eterna canzone, ora le lampadine riscaldano la notte, al di là delle finestre, e fanno più accogliente e familiare, il reclinarsi che prepara il dormire.
La notte, nel sonno, anche i nostri mondi richiuderanno gli occhi con noi?
O andranno avanti, ora per ora, procedendo senza coscienza, per risvegliarci al mattino in qualche luogo che ancora non sappiamo?
Sarà un sorpresa la nuova giornata?


Abbracci
Delle danze dispettose e malandrine di poche case bambine che ridono in marachelle ubriache dell'ebrezza del vivere, oppure è un abbraccio di amici che ferma il passo sdrucciolo di quel palazzone distratto che sta per posarsi (un bicchiere di troppo?) su un sassetto senza equilibrio. E' materia sospesa e sorvola terreni precari, mentre è sempre più difficile sapere, in ogni momento, cos'è che viviamo o dove ora siamo. Ogni nostro mondo ne raccoglie altri mille: è a volte amusante vederli saltellare abbracciati.





Aperture
Eccolo il mare. Oltre questo nostro accalcarci di muri e macerie di mondi rinchiusi, eccolo il mare che ci porta un po' di respiro, eccolo il mare che spalanca i polmoni: il mare. Aperto.






Mappature
Come una chiocciola nella casetta spiccherò il volo in uno spazio senza fine e sento già il suono,
le note del film, mentre filo diritto, al di là del tramonto, dove c'è l'occidente.
Ma vista dall'alto la spirale delinea una mappa, con tutto quello che il cuore può esporre allo sguardo d'un drone ed è così che una chiocciola pretenziosa, diventa di se stessa mappa, disegno interiore che per non smarrirsi tutto vede e ogni cosa conserva. Occhio dell'occhio per non sentire più niente e lanciarsi nel vuoto infinito.



Intrusioni
Stavamo come funghetti accalcati su un legno di pioppo, o rimanenze di antiche città radicate nel tufo. Eravamo cristalli trasparenti di quarzo e di intrusioni di pagliuzze dorate e rametti di ferro rossastro e ruggine e polvere e pietre. Intrusioni che fanno sognare.
Intrusioni?
Nelle nostre case strette e abbracciate o accavallate una sull'altra i nostri corpi spesso sono intrusi, protetti dal loro abitare su montagne sassose e giottesche.

mercoledì 17 febbraio 2016

Materia in mutamento - 14

olio su tela cm. 70x40

Dipingere è inseguire un desiderio. Far incontrare la propria mano con questo desiderio vuol dire creare un’estensione che dal nostro corpo si proietta in uno spazio virtuale che sta tra il nostro dentro e il fuori. Spazio immaginale che si concretizza su un supporto materiale. Ma il mediatore rimane sempre il corpo, nel suo muoversi, aderire, toccare. Un gesto vecchio di migliaia di anni che si perpetua e che rifiuta l’obsolescenza di fronte al progresso dei nuovi immaginari tecnologici. Il vecchio gesto arcaico della mano che dipinge è ponte verso un’antichità che lungi dall’aver semplicemente tentato la copia del reale era, ed è, altresì ricerca vitale di un rapporto del corpo col mondo. Non ritorno nostalgico al corpo, perché da questo non ci siamo mai separati; così come non ci potremo mai separare da quella sua capacità così antica che è il fare artistico.

olio su tela cm. 50x70







lunedì 8 febbraio 2016

Materia in mutamento - 13

olio su tela - cm. 60x50


Dipingere è un processo lento. Richiede pazienza nell’apprendere le tecniche e lentezza nell’esecuzione dell’opera, ma contrariamente a quel che succede oggi nei settori in cui predomina la tecnologia, non vi si richiede la costanza di un aggiornamento continuo. Gli strumenti della pittura sono sempre quelli, da secoli, e le novità, rare e ben distanziate tra loro, permettono tempi appropriati di adattamento. Un lusso che forse sta diventando sempre più sinonimo di spreco, spreco di quel valore, che si avverte in via di costante esaurimento, che è il tempo.



lunedì 1 febbraio 2016

Materia in mutamento - 12

olio su tela - cm. 35x50

Visibilità. Saper vedere, saper leggere, saper interpretare, insomma saper far emergere i significati nascosti di un’opera d’arte, è questo che costituisce visibilità? È ciò che illumina e chiarisce, che presiede alla possibilità del vedere? Capendo e conoscendo vediamo, aumentiamo le possibilità del vedere stesso. Certo è importante imparare a vedere ma è altrettanto importante sapere che ogni chiarificazione, ogni aumento di visibilità porta in sé inevitabilmente anche una sorta di addomesticamento delle qualità intrinseche che la capacità di vedere potenzialmente possiede. La caratteristica principale che rischia di depauperarsi è proprio quel posizionarsi del fare artistico tra il certo e l’incerto, tra il raffigurare qualcosa (renderla visibile) e l’impossibilità di afferrarla nella sua essenza, che continuamente sfugge. E allora la vera visibilità, quella che significa in un’opera d’arte, è mostrare, rendere affatto visibile l’impraticabilità della chiarificazione assoluta. Luce intermittente e nomade, la visibilità nell’arte è raffigurabile solamente come soglia che continuamente si apre verso mondi sempre altri, sempre mai definitivamente conoscibili ma solo momentaneamente praticabili.