tag:blogger.com,1999:blog-61728263416545404532024-03-16T19:51:39.519+01:00Marisa BelloGiuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.comBlogger26125tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-60800657155307714472023-05-10T16:40:00.000+02:002023-05-10T16:40:41.003+02:00Io sono mia, un po' di più<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUV5sgIQ2y0MaGot6ZAhbGmfQQWx-Y5nOjez5mLU11WwzryDNOOFa2_QRVXKnzBl3Nl2bAykEnWiDs0jAeHbFyB3XQzKic_3hs_kjbzlluBI11j5nZn8MCVmFUfFmRyUUenkbihSfEa-wK_7MHKMLlZ4O1wrQbYKMO-NE_9DLaGaiDzIynuWRP3new/s1414/a4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1414" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUV5sgIQ2y0MaGot6ZAhbGmfQQWx-Y5nOjez5mLU11WwzryDNOOFa2_QRVXKnzBl3Nl2bAykEnWiDs0jAeHbFyB3XQzKic_3hs_kjbzlluBI11j5nZn8MCVmFUfFmRyUUenkbihSfEa-wK_7MHKMLlZ4O1wrQbYKMO-NE_9DLaGaiDzIynuWRP3new/w283-h400/a4.jpg" width="283" /></a></div><br /> <p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Milano 13 aprile 2023</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Un giorno, tanto tempo fa, un
pomeriggio del 1981 abbiamo abitato insieme nella casa occupata di
via Guerrazzi n.10.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Io avevo 24 anni, tu Marisa, 32.
Fluttuanti nelle nostre vite in cerca di un corso da perseguire:
doveva avere a che fare con l’arte, il teatro, la pittura. Tu stavi
in un momento di crisi e hai trovato rifugio in quella casa di
nessuno. A dire il vero una vecchia proprietaria ce l’aveva e
quando ci incontrava ci insultava (a ragione) e prendeva a
ombrellate. Noi cercavamo invano di spiegare che lei era ricca e noi
poveri.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">In quel luogo sospeso a un quarto piano
tra l’Arco della Pace e il parco Sempione, ci siamo incontrati su
un foglio di carta.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><a name="_GoBack"></a>Ho disegnato la
figura di un ragazzino e di una ragazzina, forse adolescenti, con gli
sguardi persi davanti a sé in quel futuro incerto, tra il precariato
economico e l’aspirazione a vivere di arte. Eravamo noi due.
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Era un aprile con nuvole intorno, persi
tra quei palazzi di una Milano- bene. Hai disegnato quei muri come
case fantasma, dove noi eravamo solo “ospiti” passeggeri.
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Le nuvole giravano anche dentro le
nostre teste, preoccupazioni, paure e ansie che tu hai riversato col
colore blu. E poi quell’acqua sotto uguale al sopra, dove
immergevamo i piedi, senza appoggi. La vita in equilibrio tra gli
anni settanta appena finiti e che avevano tracciato in ognuno di noi
i solchi di grandi utopie e speranze e sovvertimenti, di cui anche le
nostre piccole vite avevano partecipato, ne portavano ancora i segni,
di ideali a volte più grandi della nostra capacità di integrarli ai
nostri giorni.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Hai colorato con tinte leggere i
vestiti modesti, i miei di certo stropicciati.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Che facce tristi, perché non tutti i
giorni sono gioiosi, ma a quella sospensione hai dato tinte forti,
quelle che chiedevamo per le nostre vite future.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"> Entrambi abbiamo fatto ciò che
abbiamo desiderato: vivere della nostra arte, per te la pittura, per
me più il teatro, e questo per noi non è poco.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Ora tu sei partita, io ancora qui. Le
strade si incrociano e ci disperdono ma su questo foglio resta la
traccia del nostro indelebile incontro.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Danio Manfredini
</p>Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-16402217268067474942022-07-28T22:37:00.002+02:002022-07-28T22:42:50.453+02:00Però la morte...<p> </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8tqhMySjih2XVjB8McPLf8aqTFju9M2v2V1kfEd8nLTHLaiNrsIYHCt7vEusjF5OnTbia-sorx-1domnZLV3BDVf9LJWu4GeS4Issk4mXv694Ckv2P9zATZb9uCNGIglpnMibtCzw5LoqwUV6Ep2QildaPJt1N0CnOJnDr57NAkPi5mnVbFWScZmZ/s1491/(25).jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1491" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8tqhMySjih2XVjB8McPLf8aqTFju9M2v2V1kfEd8nLTHLaiNrsIYHCt7vEusjF5OnTbia-sorx-1domnZLV3BDVf9LJWu4GeS4Issk4mXv694Ckv2P9zATZb9uCNGIglpnMibtCzw5LoqwUV6Ep2QildaPJt1N0CnOJnDr57NAkPi5mnVbFWScZmZ/w430-h640/(25).jpg" width="430" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tarocco (tempera)</td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><p class="MsoNormal"><span style="background: white; color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">"Però la morte,
secondo me, è sempre anche qualcos'altro. E' anche tutta la sedimentazione
dell'immaginario della nostra civiltà intorno ad essa. In tutte le culture che
ci hanno preceduto, lo spazio culturale e mentale occupato da questo avvenimento
fondamentale della vita di ognuno, è sempre stato molto ampio. Ora invece
questo spazio di rappresentazione mentale si è ristretto, quasi annullato.
Credo che nella nostra civiltà, ci sia un'immagine da un lato definitiva della
morte, perché sono scomparsi o comunque affievoliti gli immaginari religiosi, i
sentimenti oltremondani e insieme agli immaginari collettivi di oltre la morte,
anche le fantasie individuali di ogni altrove. In qualche modo è stata uccisa
la morte. Nel senso che non riuscendo a immaginarci oggi la morte ed i suoi
spazi, la neghiamo. E' talmente terrorifico il nulla che in qualche modo
dobbiamo esorcizzarlo; al suo posto c'è il mito della scienza, il mito
dell'ibernazione, il mito dell'onnipotenza, dell'uomo sempre in forma,
perfetto, e nessuno parla più di morte. Il disastro antropologico del negare la
morte come ultimo passaggio di estrema trasformazione, ne produce secondo me un
altro ancora più grave. Stiamo perdendo la capacità di immaginare tutti gli
'Oltre' possibili. Ci impedisce di immaginare i 'passaggi' come momenti che
possiamo gestire in maniera trasformatrice, in cui mettere in moto degli
aspetti, delle energie di trasformazione, oppure anche mettere in moto delle
immaginazioni di tipo utopico. Non riusciamo a pensare alla morte ma non c'è
più neanche l'oltre la morte. Anche nel senso di utopia."<o:p></o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<p class="MsoNormal"><span style="background: white; color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Marisa Bello</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9j7pKPFDh_sVIMYvXCHNoHLzxLnIH_Yy60rjnqT7IyGi8_-QEcTQWa6L4Wei8Lgq9JZftJcO8fOOrKAUCwVuUrlhY7n7Jnxl4NoJ9mnp8nvz3oJLoffdG4uJaxi0naf9z0xTRznYChXtcL91ENN3iuhLr55bYwUEYHrKp2G6BjBdG__85dO1HIEEG/s770/13%20La%20morte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="770" data-original-width="488" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9j7pKPFDh_sVIMYvXCHNoHLzxLnIH_Yy60rjnqT7IyGi8_-QEcTQWa6L4Wei8Lgq9JZftJcO8fOOrKAUCwVuUrlhY7n7Jnxl4NoJ9mnp8nvz3oJLoffdG4uJaxi0naf9z0xTRznYChXtcL91ENN3iuhLr55bYwUEYHrKp2G6BjBdG__85dO1HIEEG/s320/13%20La%20morte.jpg" width="203" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Incisione puntasecca</td></tr></tbody></table><br /><p><br /></p>Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-2136444182855619922022-07-27T09:18:00.003+02:002022-09-28T19:10:08.525+02:00Donne del nostro tempo<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgczZ99P7vnXZuzV3RliCqonoOnR0opywYUBh2TjdYULEOHeBRuLwEG1N5HuafN26wJTbIxIenys_bmPBdtEHiIgstT1IyfLtCycZs1bjRyTJihJ6n-cUSIZILSwIdXQDI9N9uLcjua_EQ24eDwLtZUGaZ7Zcv9JcHcGh1aZ43taiFyA65IN9jJX3F4/s1400/invito.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1400" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgczZ99P7vnXZuzV3RliCqonoOnR0opywYUBh2TjdYULEOHeBRuLwEG1N5HuafN26wJTbIxIenys_bmPBdtEHiIgstT1IyfLtCycZs1bjRyTJihJ6n-cUSIZILSwIdXQDI9N9uLcjua_EQ24eDwLtZUGaZ7Zcv9JcHcGh1aZ43taiFyA65IN9jJX3F4/w458-h640/invito.jpg" width="458" /></a></div><p align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<span style="font-family: Cambria, serif;"><span style="font-size: small;"><b>Donne del nostro tempo</b></span></span></p><p align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<span style="font-family: Cambria, serif;">Di Antonio Attisani</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<br />
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Cambria, serif;">Innanzitutto
qui è all'opera l'arte dell'osservazione, da Aristotele a Brecht e
oltre posta a fondamento non soltanto del teatro ma di ogni
linguaggio e poetica. Marisa Bello pratica il gioco che consiste
nello spiare e ritrarre gli altri, soggetti inconsapevoli che poi
sfilano in affollati quaderni dove ogni volto e ogni corpo sono molto
dettagliati, </span><span style="font-family: Cambria, serif;"><i>segnati</i></span><span style="font-family: Cambria, serif;">,
molto più che nei quadri della teoria finale: l'abbondanza di segni,
lì, è annotazione, prima glossa critica. Il gioco si trasforma poi
in una meditazione e ciò che risulta da questa meditazione è una
essenza di forma e di colore, un vedere nell'altro la propria
autobiografia: l'azione di ogni vero artista.</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<br />
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-family: Cambria, serif;">L’autobiografia,
la vita che corre raccontandosi ed esponendosi, è una autobiografia
corale. Non parlo mai di un “io” quando parlo di me; non trovo
mai un “me” quando indago il mio “io”. È piuttosto nella
dimensione del noi (un noi avvolto nell’anonimato di azioni e ritmi
inconsapevolmente condivisi) che sprofonda ogni consapevole
autobiografia, lasciando esalare dai propri soggetti autografi
qualcosa di terzo, quel qualcosa che viene evocato quando davvero
accade un teatro.</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<br />
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-family: Cambria, serif;">I
contributi raccolti in questa mostra sembrano rinviare tutti a
“qualcosa di terzo”, qualcosa che va al di là delle appartenenze
singolari e delle private biografie e che insiste come un cuneo
appuntito e tenace nelle pieghe di una immagine collettiva,
neo-comunitaria, di donne del nostro tempo.</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<br />
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Cambria, serif;">È
la declinazione femminile di una pratica </span><span style="font-family: Cambria, serif;"><i>poietica</i></span><span style="font-family: Cambria, serif;">,
se è vero che non si è poeti per declamare versi, ma per sentire
corpi fremere e rivoltarsi nell’atto di una creazione condivisa.</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<br />
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Cambria, serif;">L’esperienza
del guardante-lettore ha senz'altro qualcosa di meno potente rispetto
a quella del testimone-artista, però il soggetto dello </span><span style="font-family: Cambria, serif;"><i>spectare</i></span><span style="font-family: Cambria, serif;">
ha facoltà di “mettere in fila” (creare teoria) e rimontare i
singoli testi in una visione panoramica.</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<br />
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Cambria, serif;">Come
in un </span><span style="font-family: Cambria, serif;"><i>Nātyaśāstra</i></span><span style="font-family: Cambria, serif;">,
Marisa compila un</span><span style="font-family: Cambria, serif;"> catalogo di
sentimenti e posture esistenziali. Rispettando il mistero, però:
contempliamo il vivente, ma senza comprendere appieno il suo
carattere e la sua azione.</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<br />
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Cambria, serif;">Donne
e colori, gioie e dolori. Ognuna di esse emana un colore dominante ed
è contestualizzata in un colore diffuso, un </span><span style="font-family: Cambria, serif;"><i>rasa</i></span><span style="font-family: Cambria, serif;">
(sapore) deuteragonista. La nudità, poi: quella della pelle è
impossibile e si rivela piuttosto nei panni in cui accuratamente
ognuna di loro ha scelto di comprendersi.</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<br />
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-family: Cambria, serif;">Donne
a volte in posa oppure colte in istantanee, poco importa, è come se
tutte avessero scelto accuratamente come essere ritratte nell'atto di
offrire la loro più sincera ed enigmatica intimità. Non si
intravedono mai drammi evidenti, né commedie o tragedie, ma una
quotidianità piena di senso, e dunque di tutto, a varie età.</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<br />
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-family: Cambria, serif;">Sono
ritratte qui donne di tutti i mondi, forse a Milano, forse nella
metropolitana o in treno o al supermercato, oppure viste in sogno, o
spiate mentre si guardano velocemente allo specchio, sempre
consapevoli di essere osservate e magari ritratte, però mai disposte
a fingere di essere diverse da quello che sono, straordinariamente
normali, uniche.</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 0.99cm;">
<br />
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-family: Cambria, serif;">I
colori a prima vista sembrano pieni, ma poi si rivelano ricchi di
sfumature, come un cielo lontanissimo di nuvole colorate: non sono
l'ultimo orizzonte ma il sipario socchiuso sull'universo.</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-family: Cambria, serif;"><span>
</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><a name="Bookmark"></a>
<span style="font-family: Cambria, serif;">L'arte dell'osservazione e
del ritratto diventa così una cosmologia segreta.</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.99cm;"><span style="font-family: Cambria, serif;"><b>Le opere sono visibili <a href="http://www.galleriadegliartisti.net/Bello%20Marisa%20donne%20del%20nostro%20tempo/donne%20del%20nostro%20tempo.html">QUI</a></b></span></p><br /><p></p>Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-67016430134795251002022-01-11T16:39:00.001+01:002022-02-01T09:31:23.795+01:00Quarta dimensione di Ghiannis Ritsos<p style="text-align: center;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj_UCIuwzCmnZI4r4N-kVuxXPqyd7dNsMCR3z4FNT58FQAgMomCKyY3IIDV-qBo-CnXHc6FOnIatTfvgmPKn1jpg7Jrosveqv7N5HiWIfq1qoGJa0R0LMBsDNuWWNLD8AzmSKLP5-XZVNqmiZPKIwdnRYEuBGKzi0F4xvHZDYZZRZRmjNVKMQR3YxbF=s1545" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1545" data-original-width="908" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj_UCIuwzCmnZI4r4N-kVuxXPqyd7dNsMCR3z4FNT58FQAgMomCKyY3IIDV-qBo-CnXHc6FOnIatTfvgmPKn1jpg7Jrosveqv7N5HiWIfq1qoGJa0R0LMBsDNuWWNLD8AzmSKLP5-XZVNqmiZPKIwdnRYEuBGKzi0F4xvHZDYZZRZRmjNVKMQR3YxbF=w235-h400" width="235" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoBodyText">Cinque figure di vecchie donne leggendarie raccontano la
loro storia che ha radici nel mito. Ma le loro storie antichissime, sottratte
al totale oblio mitologico, si snodano nei paesaggi urbani di oggi. Le
splendide ville che sembrano aver accolto la loro esistenza sono in rovina, ma
sui ruderi il poeta fa brillare ogni tanto il bagliore metropolitano di
un’insegna con i colori dell’oggi. In spazi d’altri tempi fuma, metafora del
presente, una sigaretta. I millenni sembrano divorati dal vortice degli accostamenti,
quello che viene narrato è cronaca, presente, eppure antichissimo mito. I
ricordi delle anziane protagoniste, sono commozione che afferra; tuffo nel più
remoto passato che ha tessuto il presente. Questi versi fanno sentire nei piedi
più salde le antiche radici. Le donne di Ritsos sono tutte prossime alla morte;
ognuna racconta, ricorda. Ma ricordare, se è emozione che serra la gola, è
anche acuta comprensione – distanza – e la morte diviene qui davvero “ideale
terreno di coltura della vita”. In questi versi la fine delle vecchie signore
del mito diviene davvero, come diceva Kerényi “conoscenza chiara della morte,
deliberato servire la vita”. E queste mitiche figure femminili sembrano più
umane che mai nella narrazione dei loro frammenti di vita fulgidi come
gioielli, che se ricevono alcuni bagliori dalle luci affievolite del mito,
estinguendo la distanza del tempo, ci vengono ora restituite in uno spazio –
tempo interiore, slargato e nuovamente trasfuso di vita. Così l’eco del tempo
ci investe restituendoci la memoria di autentiche antenate spirituali colme di
saggezza, cariche di ricchi vissuti emotivi che forse proprio per la loro
mancanza di eroismi diventano la quintessenza della femminilità. Ritsos ci
svela miti e riti delle sue eroine attraverso i loro pensieri segreti. Nessuna
ha compiuto niente di eroico, nessuna è stata neppure madre. Eppure dai loro
racconti scaturiscono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fiumi di immagini
vitali, e come le diverse variazioni di uno stesso tema musicale, ognuna parla
d’amore e ci conduce ad una vera profonda immersione in noi stessi per, forse,
dar volto ai nostri pensieri segreti, forse, cercare il suono dei nostri miti.</p><p class="MsoBodyText" style="text-align: right;"><b>Marisa Bello</b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><span style="font-size: large;">Crisotemi</span></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: large;"><br /></span></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: center;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiJjXV9LbuYYMD6PeoaKqw-9TyXxYMUXsimAKrhSMVqPERM0NGq00ZCyXjfwmrCrWDhtfCCkQcxkXjAbuVzMyOQOAsEeOKsFZ8F0fNYnLiZ0RDD7cnxhnwICwTnr-NpNz6keqro_xHuBQlpX0DhKrFJLvZpKEfNG4h0ewvYAS2FWNwXzNWRImEyixF3=s1441" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1441" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiJjXV9LbuYYMD6PeoaKqw-9TyXxYMUXsimAKrhSMVqPERM0NGq00ZCyXjfwmrCrWDhtfCCkQcxkXjAbuVzMyOQOAsEeOKsFZ8F0fNYnLiZ0RDD7cnxhnwICwTnr-NpNz6keqro_xHuBQlpX0DhKrFJLvZpKEfNG4h0ewvYAS2FWNwXzNWRImEyixF3=w278-h400" width="278" /></a></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b>"A quei tempi,</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b>spesso, passeggiando da sola in giardino, capitava</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b>che mi s'avvicinasse alle spalle senza far rumore la luna, e</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b>d'improvviso</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b>mi tappasse con le mani gli occhi domandando: 'Chi sono?'."</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><br /></b></div><b><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgpqSGzZmxJie3YI_hb2XplJLw-vvkqP-LCxx4iOwTQOo7b6R_ev5Gm3UEBo2xrSWcQZg--Bn_zm7PNbSWk0W0bKbZG295x7rk9e4V-Afc_2A5Ce06uLj81ERVmUy5VFs13wDRjuRaDmo7AvpBoqdsn84FKzNRSJywE_V2jE-PrHSGEMEuVZ4iO_rjO=s1000" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="830" data-original-width="1000" height="333" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgpqSGzZmxJie3YI_hb2XplJLw-vvkqP-LCxx4iOwTQOo7b6R_ev5Gm3UEBo2xrSWcQZg--Bn_zm7PNbSWk0W0bKbZG295x7rk9e4V-Afc_2A5Ce06uLj81ERVmUy5VFs13wDRjuRaDmo7AvpBoqdsn84FKzNRSJywE_V2jE-PrHSGEMEuVZ4iO_rjO=w400-h333" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"Allora</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">mi avvicinai allo specchio e provai, per la prima volta, a tingermi</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">le labbra,</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">con quel rossetto misterioso e sacro di mia madre. Sulle mie</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">labbra</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">si stese un bel tramonto pieno di rimorsi - un triste bagliore</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">rosso."</div><p class="MsoBodyText" style="text-align: center;"><b><br /></b></p><span style="font-size: large;"><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: large;">Ismene</span></b></div></span><span style="font-size: large;"><br /></span></b><p></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: center;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhX-3OH16cFfRfyoh63L7gk6GCxph8uFWt4WYxa0wOE0wQbY8sI-qCog23uEodRq-6id1rP6i4ypqMm9XHnp0v0nYk0_FMLod2p1US_ZQMSrzwF3AVyXUbbO8r3A7NtiCGRYRHN8CSJN99wGNkFrPwfXJP27_1fziYGSo9FJu2k0k6VX9dEvmx6lVJT=s1337" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1337" data-original-width="935" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhX-3OH16cFfRfyoh63L7gk6GCxph8uFWt4WYxa0wOE0wQbY8sI-qCog23uEodRq-6id1rP6i4ypqMm9XHnp0v0nYk0_FMLod2p1US_ZQMSrzwF3AVyXUbbO8r3A7NtiCGRYRHN8CSJN99wGNkFrPwfXJP27_1fziYGSo9FJu2k0k6VX9dEvmx6lVJT=w280-h400" width="280" /></a></b></div><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><b>"I grandi orologi a muro sono fermi - nessuno li ricarica;</b></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><b>e se qualche volta sosto davanti ad essi, non è per guardare</b></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><b>l'ora,</b></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><b>ma per specchiare nel loro vetro il mio volto, </b></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><b>stranamente bianco, di gesso, impassibile, come fuori dal tempo,</b></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><b>mentre nel loro fondo oscuro le lancette ferme,</b></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><b>proprio dietro la mia immagine, sono un bisturi immobile</b></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><b>che non ha più ferite da incidere, non ha più niente</b></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><b>da asportarmi - paura o speranza, attesa o ansia."</b></b></p><b><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgEb4YInpxOXWAoP9VlQaahsAXcGefSqqG91L3jXrtAieIr8saQGS_EKzeWEhlBaXJi3-BEXcHUU0cV78FzmqTvRCq6ipNC5W1EsorAvONzbm2InUkG7Drkf2D2C2DgGtnopR56TfXxRSnb7i_-D63CfFL5n03qhiOuREEI99CZSmekS0JjVTLbCbgf=s1241" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1241" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgEb4YInpxOXWAoP9VlQaahsAXcGefSqqG91L3jXrtAieIr8saQGS_EKzeWEhlBaXJi3-BEXcHUU0cV78FzmqTvRCq6ipNC5W1EsorAvONzbm2InUkG7Drkf2D2C2DgGtnopR56TfXxRSnb7i_-D63CfFL5n03qhiOuREEI99CZSmekS0JjVTLbCbgf=w323-h400" width="323" /></a></div><div><b><br /></b></div><br /><span>"Allora mandavano a chiamare il vecchio indovino cieco.</span></b><div><b><span> </span></b><div><b><span>Un bambino dolce</span></b></div><div><b><span><br /></span></b></div><div><b><span>lo teneva per mano. Maestoso, astutissimo, bello,</span></b></div><div><b><span><br /></span></b></div><div><b><span>la barba lunga fino alle ginocchia, i grandi occhi vuoti</span></b></div><div><b><span><br /></span></b></div><div><b><span>(pensavo che si fingesse cieco e che la barba fosse finta)</span></b></div><div><b><span><br /></span></b></div><div><b><span>col suo bastone autoritario, - esalava calma, beatitudine,</span></b></div><div><b><span><br /></span></b></div><div><b><span>pienezza;"<br /></span></b><p></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><span style="font-size: large;"><br /></span></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><span style="font-size: large;">Fedra</span></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: large;"><br /></span></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: center;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhikWqdRPQh2Evvqxg30lZtYe4ORabGtCciw2y248RUZ0GnsOj7CBgNssanODB-OdGZHMSRI2eLGB788JSaKGeEM3DUrq--XmA67V2HyBHRpXRh77nTvIE_c3pEAu0acPeTHC5EySL5ISrQvsD_XhBI2r0L9_3bzb6G3yO_sxBfToJOrWieKfEPpruy=s1262" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1262" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhikWqdRPQh2Evvqxg30lZtYe4ORabGtCciw2y248RUZ0GnsOj7CBgNssanODB-OdGZHMSRI2eLGB788JSaKGeEM3DUrq--XmA67V2HyBHRpXRh77nTvIE_c3pEAu0acPeTHC5EySL5ISrQvsD_XhBI2r0L9_3bzb6G3yO_sxBfToJOrWieKfEPpruy=w318-h400" width="318" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b>"Non so più dove mettermi,</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b>così assediata dalle mie ombre, più evidente che mai,</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b>eretta, mi sembra, in mezzo al mondo, tradita, visibile ad ogni</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b>dove."</b></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p class="MsoBodyText" style="text-align: center;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjkvGcNisp62Pi9IS2UhBaYm101vpIVYA3w5X8ExHEbQ353QU7bqiBoKrGuJBho03jhWX0dQim17zqyfaoC5r9lahHpirqHIiQZ57zdaVK7VS7eMv-rGBmpgHRLLg2LTVFthyDlTWOUm-6-w17TtOMwM-xgAlcSWN-UrL-nPKenOJvWEscqRaoA4VVw=s1419" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1419" data-original-width="941" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjkvGcNisp62Pi9IS2UhBaYm101vpIVYA3w5X8ExHEbQ353QU7bqiBoKrGuJBho03jhWX0dQim17zqyfaoC5r9lahHpirqHIiQZ57zdaVK7VS7eMv-rGBmpgHRLLg2LTVFthyDlTWOUm-6-w17TtOMwM-xgAlcSWN-UrL-nPKenOJvWEscqRaoA4VVw=w265-h400" width="265" /></a></b></div><b><br /><b><br /></b></b><p></p><b><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><span>"tengo in mano le forbici,</span></b><div><b><br /></b><div><b><span>tento di ritagliare una tunica dalla stoffa, - dal rumore capisco</span></b></div><div><b><span><br /></span></b></div><div><b><span>che taglio il pelo d'una mia ombra."</span></b></div><div><b><span><br /></span></b><p></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b><span style="font-size: large;">Elena</span></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: large;"><br /></span></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: center;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhP8C2S8dwIn3xeRooOQJFJP94W_G7J6zwTDNPcFk_ssZJSW9lE3LK0RZPR8aShXr7OtG6VRa0LQE_P7yNOWYL2U2VF3eO_xPBT_qtSvzu-94W4JPv9xNSrCpDNuhyXdZQiUgvX9W9d-stpNPaaECn1NvH-i2YsAv0eGWiI5XbU17xIQAYvhNWW8rte=s897" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="617" data-original-width="897" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhP8C2S8dwIn3xeRooOQJFJP94W_G7J6zwTDNPcFk_ssZJSW9lE3LK0RZPR8aShXr7OtG6VRa0LQE_P7yNOWYL2U2VF3eO_xPBT_qtSvzu-94W4JPv9xNSrCpDNuhyXdZQiUgvX9W9d-stpNPaaECn1NvH-i2YsAv0eGWiI5XbU17xIQAYvhNWW8rte=w400-h275" width="400" /></a></b></div><p class="MsoBodyText" style="text-align: center;"><b><b><br /></b></b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b>"Così reclusa, serrata, tesa - che stanchezza, mio dio, - </b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b>serrata in ogni istante (perfino durante il sonno) come</b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b>in un'armatura gelida, o il corpo intero entro un busto di </b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b>legno, come</b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b>in un mio cavallo di Troia, ingannevole, stretto, conoscendo</b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b>ormai</b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b>la vanità dell'inganno e dell'illusione, la vanità della fama,</b></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: left;"><b>la vanità e la precarietà della vittoria."</b></p><b><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiZujWgr--MPOfAMqEwT3zDYmOqimmuiJbi7PCMB5MoJSx8YBFqSWZobSvzB6oWET7Qx-2La8FpgrOYCPeEsB1akcWo0FCrWnyJu8Z-scNZydAmiwzv60LkFyaJ8ibYL9lkiOUmT8M-dNjAYEaE_jo82BoIh-gSE8C5XS-iK61BRLVu3YyJAEs3IrkP=s905" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="634" data-original-width="905" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiZujWgr--MPOfAMqEwT3zDYmOqimmuiJbi7PCMB5MoJSx8YBFqSWZobSvzB6oWET7Qx-2La8FpgrOYCPeEsB1akcWo0FCrWnyJu8Z-scNZydAmiwzv60LkFyaJ8ibYL9lkiOUmT8M-dNjAYEaE_jo82BoIh-gSE8C5XS-iK61BRLVu3YyJAEs3IrkP=w400-h280" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"In questa casa il vento s'è fatto pesante e inspiegabile, forse</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per la presenza così naturale dei morti."</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-size: large;">Persefone</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhb5C5SBySHL_f7_evlotXQ3WTXq5O0lm3xIpjmCcTcXdB1gzaYqwL25QY_xZsJegdtajktEbDwjddiYeylz7LK649a3mZqIbswd7lGr_4kJNVCOL3XzTHcI9CtJUJ46ExBKZkuE_fW_-526_WTJvyn_6rKKqv10FlYFgjyp6MCMywUx87BAKSTObvh=s874" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="625" data-original-width="874" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhb5C5SBySHL_f7_evlotXQ3WTXq5O0lm3xIpjmCcTcXdB1gzaYqwL25QY_xZsJegdtajktEbDwjddiYeylz7LK649a3mZqIbswd7lGr_4kJNVCOL3XzTHcI9CtJUJ46ExBKZkuE_fW_-526_WTJvyn_6rKKqv10FlYFgjyp6MCMywUx87BAKSTObvh=w400-h286" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"Te l'assicuro, - stavo bene laggiù. Mi ci sono abituata. Qui non</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">resisto;</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">c'è troppa luce - mi fa ammalare - una luce denudante,</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">inaccessibile;</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">rivela ogni cosa e la nasconde;"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgFKZrLn_bdeaDQ7XQgb5drAHAxHLXfWMj71TSTBVVOVVK3Z4DGqxist2kaPhadqgtd_EZsx5WDEhGZBaKdRX3iXQm7J4ReDKr4p-c2iqmNJYr2ZsD1M1o-XZlUw0bOWdQSMnV2SCc8nx-SRyDQKW7lARy-AspYJAgwjNsdXZUzv2G2XfLJE3YJuU4W=s1000" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="823" data-original-width="1000" height="329" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgFKZrLn_bdeaDQ7XQgb5drAHAxHLXfWMj71TSTBVVOVVK3Z4DGqxist2kaPhadqgtd_EZsx5WDEhGZBaKdRX3iXQm7J4ReDKr4p-c2iqmNJYr2ZsD1M1o-XZlUw0bOWdQSMnV2SCc8nx-SRyDQKW7lARy-AspYJAgwjNsdXZUzv2G2XfLJE3YJuU4W=w400-h329" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"Sentii allora il suo braccio avvolgermi la vita,</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">ruvido, peloso, muscoloso, domare la mia resistenza; - ma</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">quale resistenza? -</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">io non ero più io; - nessun timore, dunque, d'essere umiliata;</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">ogni cosa </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">s'era immobilizzata nell'infinita trasparenza</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">d'un compiuto impossibile."</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Ghiannis Ritsos, <i>Quarta dimensione</i>, Crocetti Editore, 1993 </span></div><br /><span style="font-size: large;"><br /></span></b><p></p></div></div></div></div>Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-19536176541421130202019-02-08T17:35:00.000+01:002019-02-08T17:35:20.187+01:00Lettera a Maria Izzo<br />
<div class="MsoNormal">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNLf_HcTEjC9_Jl2Ti6uyWYd9BRdaKL7ODBpwbF220HkzjH8Z67KN78UFQryqhn3bOby7DpzP3-Qv7qqUftyVb5f2PO3VcLK0VbzL7f2kQAoppHbzjHTORlN7wKsYhNNFw2qLLmcjYPaA/s1600/Maria+e+Marisa+-Varsavia+1974.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="749" data-original-width="1000" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNLf_HcTEjC9_Jl2Ti6uyWYd9BRdaKL7ODBpwbF220HkzjH8Z67KN78UFQryqhn3bOby7DpzP3-Qv7qqUftyVb5f2PO3VcLK0VbzL7f2kQAoppHbzjHTORlN7wKsYhNNFw2qLLmcjYPaA/s320/Maria+e+Marisa+-Varsavia+1974.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Maria e Marisa - in tournée a Varsavia 1974</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Carissima Maria <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">ti penso molto… i ricordi della nostra antica
amicizia si affastellano e traboccano dalla mia mente, permeando tutto il
vissuto del mio quotidiano. Ci siamo conosciute all’Accademia di Belle Arti di
Napoli a scenografia e la nostra relazione si è approfondita e cementata nel
1968. Eravamo entusiaste e molto speranzose che quel movimento potesse farci
contribuire a cambiare il mondo. Ricordo il gran da fare che ci demmo per
organizzare nell’Accademia occupata il primo convegno nazionale di tutte le
Accademie d’Italia. Eravamo fiere del nostro attivismo e di poter impiegare la
nostra piccola forza in obiettivi che ci sembravano anche profondamente
politici. Avevamo anche visioni del mondo in gran sintonia. Poi il ’68 passò e
la cattedra di scenografia fu presa dal professor Mancini che ci fece fare una
grossa mostra con elaborati del terzo e quarto anno insieme. Ricordo con quanta
sapienza e forza tu modellavi con martello e metalli una grande figura
bizantineggiante ed io costruivo un modellino di teatro giapponese con
centinaia di personaggini minuscoli più un grande attore kabuki su strati
sovrapposti di polistirolo. Lavoravamo ormai insieme ed eravamo contentissime;
poi io ebbi da Peppe Barra l’occasione di disegnare dei costumi per un saggio
di una scuola di danza, con la supervisione di Roberto De Simone. Naturalmente
tutta la realizzazione la facemmo insieme con grande allegria. Alla fine quando
ci pagarono, stemmo ore sul divano a dividerci i soldi ad uno ad uno, più e più
volte, quasi incredule. Era il nostro primo lavoro pagato. Poi per un po’ ci
perdemmo di vista. Io ero entrata nel Teatro Esse e partecipato alla fondazione
di Libera Scena diretta da Gennaro Vitiello. Con le prove dell’Urfaust tu ti
facesti rivedere e decidesti di entrare in questo ensemble. Mi aiutasti a fare
il teatrino della cantina di Auerbach. Poi per anni abbiamo lavorato insieme
dalla mattina alla sera nel laboratorio di Torre del Greco, tra scene, costumi
e prove di recitazione. Indimenticabile! Quanta vita abbiamo condiviso.</span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 16px; text-align: right;">Marisa Bello</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTuD64QbNoq3FUeHGEjJXCsG45kpj8HCn16G4lwzbnBIqbGb0UammF3FQ1EKUz4Nw7yonADNGu-H33j96f3_QpkWkleapidht1G8AdzW-2y-MrDOO0Ugo3YbXVKobdNg_Ejmn1HmyXDg4/s1600/IMG.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="1000" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTuD64QbNoq3FUeHGEjJXCsG45kpj8HCn16G4lwzbnBIqbGb0UammF3FQ1EKUz4Nw7yonADNGu-H33j96f3_QpkWkleapidht1G8AdzW-2y-MrDOO0Ugo3YbXVKobdNg_Ejmn1HmyXDg4/s320/IMG.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Con Mario Martone - Teatro Studio Milano</td></tr>
</tbody></table>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW9Qw1zK7076PN6cDqbEw9RLLnp5jYbPJP775I6DhahG49jwEngiPAGaLmFv-xovgIOhcBmxbeyUWHpMtpSn_PlE_YOHOPd2gHk0F9N9NnpgXOpejXalcHAt8eDfMYkPpYImmohT3pEu8/s1600/La+nascita+del+teatro+-+Renato+Carpentieri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1061" data-original-width="1600" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW9Qw1zK7076PN6cDqbEw9RLLnp5jYbPJP775I6DhahG49jwEngiPAGaLmFv-xovgIOhcBmxbeyUWHpMtpSn_PlE_YOHOPd2gHk0F9N9NnpgXOpejXalcHAt8eDfMYkPpYImmohT3pEu8/s320/La+nascita+del+teatro+-+Renato+Carpentieri.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nascita del teatro di Renato Carpentieri</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwe1gsRHK-LqQldOcQSI_VjJLji8iHE5GodRsugNPHHS0_SfvdceIHUd3NIipUwejmDnSh35qgYzJCmqIg2SJyKvMvCiYa6c1qRvNQhNiA37RJdyhSi-p16bMWzPa9ivRjuNPkHh8F-U0/s1600/La+nascita+del+teatro+di+Renato+Carpentieri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1051" data-original-width="1600" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwe1gsRHK-LqQldOcQSI_VjJLji8iHE5GodRsugNPHHS0_SfvdceIHUd3NIipUwejmDnSh35qgYzJCmqIg2SJyKvMvCiYa6c1qRvNQhNiA37RJdyhSi-p16bMWzPa9ivRjuNPkHh8F-U0/s320/La+nascita+del+teatro+di+Renato+Carpentieri.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nascita del teatro di Renato Carpentieri</td></tr>
</tbody></table>
<br /><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<br />Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-6999510505994793942018-03-19T10:15:00.000+01:002018-03-26T09:36:03.028+02:00Viaggio nelle terre degli antichi dei<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXazpU-Ek-xeOr5oe4GDArhWnwefnDk2QNE_dH9lny_XIWAqnD52qQKIbamOcM1xjkOPRLjaSWNv2vR1NjDBppD1N0szbp8O5mulyY831uHNgXJGBw92U1fioYofyhHnKksRl7nqX5SCM/s1600/invito+mostra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="707" data-original-width="1000" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXazpU-Ek-xeOr5oe4GDArhWnwefnDk2QNE_dH9lny_XIWAqnD52qQKIbamOcM1xjkOPRLjaSWNv2vR1NjDBppD1N0szbp8O5mulyY831uHNgXJGBw92U1fioYofyhHnKksRl7nqX5SCM/s320/invito+mostra.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<i><span lang="DE">L'irrazionale non
deve e non può essere estirpato. Gli dèi non possono e non devono morire. Guai
agli uomini che vogliono disinfettare razionalmente il cielo, </span></i><span lang="DE">scriveva Jung. Un messaggio che Marisa Bello ha recepito intimamente,
raccogliendo in questa mostra un variegato arcipelago di suggestioni
archetipiche ed antiche divinità. Nel fluire sincronico di diversi orizzonti
culturali, ci scorrono davanti agli occhi Veneri preistoriche, divinità
naturali, dee greche, creature marine. In questo orizzonte polimorfo, la figura
della divinità appare assai complessa: nè evasione estatica verso l'alterità
del sogno, nè preludio ad un atto di abbandono o sottomissione del Sè. Come in
ogni viaggio, l'artista compie qui un doppio movimento, di estroflessione
immaginifica, dove la psiche rivela tutta la fertilità del suo conato
mitopoietico, e di introflessione in direzione della propria soggettività e
opera creatrice.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">La divinità mitica
fa incursione in spazi urbani moderni, contenuta all'interno di architetture
assurdamente razionaliste. La sua testa si posa su gru e ingranaggi mobili,
sprofonda in androni di scale, si staglia tra rovine, si affianca a moduli
edilizi resi caduche tessere di domino. Può sembrare vittima di una modernità
secolarizzata, esanime, che la priva di luogo riducendola a maschera, ma essa
non pare in realtà affatto sconfitta. Il suo sguardo trascende infatti
l'incongruità squallida del contesto per rivolgerci un enigmatico appello.
Nemmeno la divinità-albero, squarciata da un enorme viadotto, si lascia violare
dalla cecità della modernità, e la trasforma a sua volta in vicolo cieco, riavvolgendo l'abuso nel proprio sacro
grembo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Un viaggio che corre
lungo la linea del femminile, carattere dominante dell'intero percorso, e che
trova nell'elemento acquatico il suo perfetto correlato simbolico. L'artista
sceglie infatti una narrazione matrilineare che libera la dea da un ruolo
subalterno ed ancillare e la riporta alla significazione preistorica di
incarnazione della totalità ciclica della natura nella sua capacità
generatrice. Essa emerge dalle acque, a loro volta potente simbolo di un
viaggio circolare fatto di nascita, trasformazione, morte in uno stadio e
rinascita in uno differente, sorgente di vita e strumento di rigenerazione.
Specialmente se nella forma di quell'<i>alto mare aperto</i> che il navigante
attraversa, ricercando la propria direzione in equilibrio tra forze
contrastanti, luce e tenebra, immaginazione e razionalità. Mare come barriera
invalicabile che conduce allo smarrimento dell'Io, o come via verso un nuovo
approdo e la rinascita del Sè.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Una duplicità polare
che costituisce ogni figura archetipica e che attraversa l'intera mostra,
restituendoci un divino ambiguo, lontano dalla beatitudine definitiva e
portatore di un messaggio impenetrabile, in aperto dialogo con una soggettività
artistica inesauribilmente dialettica. Al termine del viaggio, l'artista torna
infatti a riflettersi nell'opera: un bimbo che scruta l'orizzonte dietro l'oblò
uterino dell'<i>IO</i>; un riflesso fantasmatico evaso dallo specchio che,
liberato dal legame con la propria immagine-madre, cammina angosciato sulla
maschera del dio; e infine, a chiudere il ciclo, una figura elfica capace di
afferrare e riorientare la propria cornice, portando con sè un'apertura che è
soglia verso un altrove inesplorato. Una bellissima metafora della creazione
artistica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: right;">
<span lang="DE"><br /></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: right;">
<span lang="DE">Clara Zanardi</span></div>
<br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiqb82IGPEOZvvN4XukPuYUL5yV4-9RAcpSJA41c1N37gM0RM3EhhAitdOYv1bbVHgxO8u8jXRY8PyudNIHjQnfF-4rMiqgWU59n2V3Ihkl8NBwI2c-5OjoermczuhupjZ0k79rtsp4R0/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1245" data-original-width="990" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiqb82IGPEOZvvN4XukPuYUL5yV4-9RAcpSJA41c1N37gM0RM3EhhAitdOYv1bbVHgxO8u8jXRY8PyudNIHjQnfF-4rMiqgWU59n2V3Ihkl8NBwI2c-5OjoermczuhupjZ0k79rtsp4R0/s320/1.jpg" width="254" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 40x50</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUffH6-wKle-u2ZnEgoKG1iMfvdY5rwtmJ8E7NnRo6LNAKUL6U3aQD0ojjmG04jF_EvY1EfhXPkqYedb4qsy6L7eY0ooWgK_PzpDCg7FDXQ-nHDm2bB8b72CdtEevhpExrlIDHkDQnORc/s1600/11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1169" data-original-width="941" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUffH6-wKle-u2ZnEgoKG1iMfvdY5rwtmJ8E7NnRo6LNAKUL6U3aQD0ojjmG04jF_EvY1EfhXPkqYedb4qsy6L7eY0ooWgK_PzpDCg7FDXQ-nHDm2bB8b72CdtEevhpExrlIDHkDQnORc/s320/11.jpg" width="257" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbO1kcL2Ej3NHVwKJjHsxoOUPIsiFTc0qEpc3iJjWaWXYPC175e_DqtZtiONLBYABFB0HzrK42wMCQw4iY0JTuJTr2FWaQzGpytLn28hNOsd9HPQJGvcfdCrhaTbzaqIdfurE0mCGMcvc/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1333" data-original-width="1001" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbO1kcL2Ej3NHVwKJjHsxoOUPIsiFTc0qEpc3iJjWaWXYPC175e_DqtZtiONLBYABFB0HzrK42wMCQw4iY0JTuJTr2FWaQzGpytLn28hNOsd9HPQJGvcfdCrhaTbzaqIdfurE0mCGMcvc/s320/2.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x70</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGNf0yP1Oyw_Ei3jIqodgW5V4iyBZhHk_dk8S2Z6NGwZnZFUAr0siU3DCtFLz3PbYhJloZ0zKuaD3oycGxUgipq7ppRW2qVEMk7h34mWZgffNUfGf2tnik32Sc3daM_VCKqnk2GhcKgGQ/s1600/9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1125" data-original-width="919" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGNf0yP1Oyw_Ei3jIqodgW5V4iyBZhHk_dk8S2Z6NGwZnZFUAr0siU3DCtFLz3PbYhJloZ0zKuaD3oycGxUgipq7ppRW2qVEMk7h34mWZgffNUfGf2tnik32Sc3daM_VCKqnk2GhcKgGQ/s320/9.jpg" width="261" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghd1YCMaMFPXjPikGT3zih-a32pcP7jsB1hde6WDcRc0FupDfMCfdhjWAQcRWK69-RSEWdeduw8nBUqJzlWWh1W_T17ePCtbmlHiu9vZCALwLs1GFmOMpGsrnDVuNiafnLc-TTJJ8H56Y/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1273" data-original-width="853" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghd1YCMaMFPXjPikGT3zih-a32pcP7jsB1hde6WDcRc0FupDfMCfdhjWAQcRWK69-RSEWdeduw8nBUqJzlWWh1W_T17ePCtbmlHiu9vZCALwLs1GFmOMpGsrnDVuNiafnLc-TTJJ8H56Y/s320/3.jpg" width="214" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 40x60</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdyq2ec5XdZhva3trJ2n54CusM8N5cgLUHS-rRVYktmnRZhvMNG8y3oDfWf6mkDA2uMg3mRisY1Kw_PF3XQ3sBdcQmj1CJK2x8-cCXAOtDEpA4FBa53Ag6IQFL5TIRZcOt_lROvyNyC9g/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1228" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdyq2ec5XdZhva3trJ2n54CusM8N5cgLUHS-rRVYktmnRZhvMNG8y3oDfWf6mkDA2uMg3mRisY1Kw_PF3XQ3sBdcQmj1CJK2x8-cCXAOtDEpA4FBa53Ag6IQFL5TIRZcOt_lROvyNyC9g/s320/3.jpg" width="260" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhswKkaNBUMIpObXRGOAGu1jDKNTcTUYQF6HEoqlxxOB6Tigt-isr-eYyDeP42YTOfkwP1J56iKb9Cj07UAIXu8Mp98LyyOou1phL6AeIaPAwDVetKrX9BEDqH8dsXMP2mKgUTIvs8Ei4I/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="749" data-original-width="925" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhswKkaNBUMIpObXRGOAGu1jDKNTcTUYQF6HEoqlxxOB6Tigt-isr-eYyDeP42YTOfkwP1J56iKb9Cj07UAIXu8Mp98LyyOou1phL6AeIaPAwDVetKrX9BEDqH8dsXMP2mKgUTIvs8Ei4I/s320/4.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 60x50</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYVMpUGgeiJOiny2XF2WIdmbEmDyk6Axfhridq66RxePnoRYE7FMJ12BEOvxPL2iaNryoNNTzsQ2YtH6M3NH2kKZrOvUKspLzxqHdC0WYanIct5gYx9RCsePp0oZABxWiaHN5HhTN92B8/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1279" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYVMpUGgeiJOiny2XF2WIdmbEmDyk6Axfhridq66RxePnoRYE7FMJ12BEOvxPL2iaNryoNNTzsQ2YtH6M3NH2kKZrOvUKspLzxqHdC0WYanIct5gYx9RCsePp0oZABxWiaHN5HhTN92B8/s320/4.jpg" width="250" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuWKl5RxeweFye4uTmf-sRGasPmGcjyUslhQaIY_rLjQT52ZW0KpVLWEBYF9lS7_oh-0HH5uszyl71EPaLKr24_QTVMPzvBRsZO2RomLw1fwBYsgvcKQAM2W3WAdSHn1wRr_exRRlyCEE/s1600/5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1333" data-original-width="1001" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuWKl5RxeweFye4uTmf-sRGasPmGcjyUslhQaIY_rLjQT52ZW0KpVLWEBYF9lS7_oh-0HH5uszyl71EPaLKr24_QTVMPzvBRsZO2RomLw1fwBYsgvcKQAM2W3WAdSHn1wRr_exRRlyCEE/s320/5.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x70</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCbbXqXkYLjZV1Y8HD4x-PwW7MuMe4z4JC5-xHnrau6TXFMAxBSQlRG4mo6RQeqUoeov24SdIcqx_YpmYz1qQ_wuHAqovWz4IIfcMHuavxME6Udv6p-QFVz52AXZVzIik52pstB0e0hjk/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1094" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCbbXqXkYLjZV1Y8HD4x-PwW7MuMe4z4JC5-xHnrau6TXFMAxBSQlRG4mo6RQeqUoeov24SdIcqx_YpmYz1qQ_wuHAqovWz4IIfcMHuavxME6Udv6p-QFVz52AXZVzIik52pstB0e0hjk/s320/1.jpg" width="292" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUEYedpJ4yN_Toh7hdVU5gznAvBqzQhPYZfaGDSoqgsqm0IVNjsH8xGcUZZknbS3XWkxLP3P03-YZ9t3yF2hIQFyf-NI9VaR4Jmt4ZPF_KindpxHaeedHnYmHiVmDaP9Yq94xk3Z2ur7E/s1600/6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="798" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUEYedpJ4yN_Toh7hdVU5gznAvBqzQhPYZfaGDSoqgsqm0IVNjsH8xGcUZZknbS3XWkxLP3P03-YZ9t3yF2hIQFyf-NI9VaR4Jmt4ZPF_KindpxHaeedHnYmHiVmDaP9Yq94xk3Z2ur7E/s320/6.jpg" width="159" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 30x60</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBlBNVlbyrpqBJLmS_EqokLJwBLsGTTj67eMguo25a8J6XP-DC_U8tD9E83ZTaN-qu3Y1HJjIrgFl5w7FxtvVlSGCEutAUlMciTyjxilD6AcSPqSLsCEHlRzjy_G3lLYjGcdXmYzdxQ0Y/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1284" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBlBNVlbyrpqBJLmS_EqokLJwBLsGTTj67eMguo25a8J6XP-DC_U8tD9E83ZTaN-qu3Y1HJjIrgFl5w7FxtvVlSGCEutAUlMciTyjxilD6AcSPqSLsCEHlRzjy_G3lLYjGcdXmYzdxQ0Y/s320/2.jpg" width="249" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbqwFXHq4T-7zOvf96bOTChyphenhyphenaumK1C6t2i4_6X61JSS2WvDPXN_FjzmqnYNWqYR5sN0A4vboAM1lFeVI7nFUadc4nZBLHJHC3coox4mP9d5cVd3JW_sWxW-YZR1ic_lIslPKWCWs7vEXg/s1600/7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="935" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbqwFXHq4T-7zOvf96bOTChyphenhyphenaumK1C6t2i4_6X61JSS2WvDPXN_FjzmqnYNWqYR5sN0A4vboAM1lFeVI7nFUadc4nZBLHJHC3coox4mP9d5cVd3JW_sWxW-YZR1ic_lIslPKWCWs7vEXg/s320/7.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 70x40</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizmjoijj0Oa1S1y6tntoIoJb-BJhpHp-cbb4eMN1qOXo0dkQ2st57fqqJNgMB_lJWigZuaMU1aIvvknEBr7YslvwZ0PEm2Z13b4qrGb9ta7m60Xamh5GQbQPml295fmZF4s8m70pEhoHg/s1600/6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="796" data-original-width="1000" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizmjoijj0Oa1S1y6tntoIoJb-BJhpHp-cbb4eMN1qOXo0dkQ2st57fqqJNgMB_lJWigZuaMU1aIvvknEBr7YslvwZ0PEm2Z13b4qrGb9ta7m60Xamh5GQbQPml295fmZF4s8m70pEhoHg/s320/6.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 60x50</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmVYT1qXiTi9nbZY3UGsIyOBBuH0_SrcJzK8_Cc9n0495QC4mgihfFqpq5SmCI3b8UmgTUO4xqTimcDHeKVttSXe3IZ3VgfRBVpMk13f5pTlH4o54NLenP12KU40eJg5XNQm3W1ggwCOY/s1600/8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="743" data-original-width="735" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmVYT1qXiTi9nbZY3UGsIyOBBuH0_SrcJzK8_Cc9n0495QC4mgihfFqpq5SmCI3b8UmgTUO4xqTimcDHeKVttSXe3IZ3VgfRBVpMk13f5pTlH4o54NLenP12KU40eJg5XNQm3W1ggwCOY/s320/8.jpg" width="316" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x50</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivNYFzXbiaBYk6O-l5nVIfxm7eRenM0kI2YXkCvmiC66-nDliGUrFtk_JhaATpqXD_XVWfIstlPC0KEAinPst8f9KChZhl6P3G9t5XRarNvRNyB9nK-SirUK4gl687wsbqOxDknA0JtHg/s1600/10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1333" data-original-width="1001" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivNYFzXbiaBYk6O-l5nVIfxm7eRenM0kI2YXkCvmiC66-nDliGUrFtk_JhaATpqXD_XVWfIstlPC0KEAinPst8f9KChZhl6P3G9t5XRarNvRNyB9nK-SirUK4gl687wsbqOxDknA0JtHg/s320/10.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCcrGBOM7AT6HOX93QoHMQ7qLzmgZunFVVsMrXRudBF8CzrsCdXxkP7GFTEqTFWI0cq2zkw6LTAce2zy9MIRTGybldmh9sYuTWZf-5kWSi_GNNUMz_d3dK5BUYHA4KwPYg7OAaN2UMRT0/s1600/9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="741" data-original-width="899" height="263" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCcrGBOM7AT6HOX93QoHMQ7qLzmgZunFVVsMrXRudBF8CzrsCdXxkP7GFTEqTFWI0cq2zkw6LTAce2zy9MIRTGybldmh9sYuTWZf-5kWSi_GNNUMz_d3dK5BUYHA4KwPYg7OAaN2UMRT0/s320/9.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 60x50</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKLWR2jRMBVALv8Z6mTiJtyyxQDzWmYdJcF72FqHbkg7_Qw1DhO31OdfVaL2zWFYC48dwEkazVmms_AITRE6JsD3pgwKVfm49MmuY9yJtsvc1DfqxE3mJjBKlpY48rRejuRBLIk-uzM_U/s1600/12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="699" data-original-width="878" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKLWR2jRMBVALv8Z6mTiJtyyxQDzWmYdJcF72FqHbkg7_Qw1DhO31OdfVaL2zWFYC48dwEkazVmms_AITRE6JsD3pgwKVfm49MmuY9yJtsvc1DfqxE3mJjBKlpY48rRejuRBLIk-uzM_U/s320/12.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 60x50</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6ymITm9Tcq_5XK9mZR52upokYyCQM4G3Lz1LvP9hFC7lUB053YyGC20Q3_DwMMr42s9KCdsV9Xn-tUF9CO2OI37KP3fo8WfRUuIrN41nTGIYJu0RrCo_iKz3drNgm9cEqGD__U9pv584/s1600/10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1181" data-original-width="981" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6ymITm9Tcq_5XK9mZR52upokYyCQM4G3Lz1LvP9hFC7lUB053YyGC20Q3_DwMMr42s9KCdsV9Xn-tUF9CO2OI37KP3fo8WfRUuIrN41nTGIYJu0RrCo_iKz3drNgm9cEqGD__U9pv584/s320/10.jpg" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGnNez-WMPR8naQFcoatC7yqJfavXqQ92IF2Yn2Bik1DZNSzY-mnaCgc5Wtrrdus7Zapk-fnsRtE9tO20Ot8myUcPW8uJ6r-mjRFkdw94bcHj6WgIUDAuaJXspD4p1zTi6Pdm4UcScpgc/s1600/8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1333" data-original-width="1001" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGnNez-WMPR8naQFcoatC7yqJfavXqQ92IF2Yn2Bik1DZNSzY-mnaCgc5Wtrrdus7Zapk-fnsRtE9tO20Ot8myUcPW8uJ6r-mjRFkdw94bcHj6WgIUDAuaJXspD4p1zTi6Pdm4UcScpgc/s320/8.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhItc4D6rD2GaTNgaybxOq2gJN90TYtA1Wj4Hj3PuzarlYZL9666OdlYJYV2fOYsXZOHZilZpGsvZzIi7qPDDJVwsoxwCuUFdVNzuMLjmZLXWkdkOCuNhAJzQqZxiS7VoVdJVXNPUABxX4/s1600/11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="570" data-original-width="1000" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhItc4D6rD2GaTNgaybxOq2gJN90TYtA1Wj4Hj3PuzarlYZL9666OdlYJYV2fOYsXZOHZilZpGsvZzIi7qPDDJVwsoxwCuUFdVNzuMLjmZLXWkdkOCuNhAJzQqZxiS7VoVdJVXNPUABxX4/s320/11.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 70x40</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq7irxGMWA0sQ6CP2BSuIupXiW2XgR1dQc9eF93hgBTsJMJ_4ziMH_ELeMcOvYdnp70gbhkXKO0PWF8Mg9ngBiasyETBC5LCRNJbHOxf5fGEANVfYUuV8I4CgpOb_FmGcXUKAVGTJ8bqo/s1600/7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1137" data-original-width="911" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq7irxGMWA0sQ6CP2BSuIupXiW2XgR1dQc9eF93hgBTsJMJ_4ziMH_ELeMcOvYdnp70gbhkXKO0PWF8Mg9ngBiasyETBC5LCRNJbHOxf5fGEANVfYUuV8I4CgpOb_FmGcXUKAVGTJ8bqo/s320/7.jpg" width="256" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk9dGHr_XIfMw0vACf_Qwa-FcEymX_QpHmDSKTQ104N5Lc86A7CxEiFklu9ik0on4_RC67XLH_gkV4jtK6mc9_1G2KL21KW9Ankd66mhXH3Hntf5-osRYLxZmyOtzfMXZFdcZ-I-y4GmA/s1600/12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="731" data-original-width="741" height="315" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk9dGHr_XIfMw0vACf_Qwa-FcEymX_QpHmDSKTQ104N5Lc86A7CxEiFklu9ik0on4_RC67XLH_gkV4jtK6mc9_1G2KL21KW9Ankd66mhXH3Hntf5-osRYLxZmyOtzfMXZFdcZ-I-y4GmA/s320/12.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 60x60</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFsZkm_ofYbTKz0FImUsfeeeTHWRHJD1MxbRD_t4ThdYYjB3hmqYFcy50SPX7nLK-UkrFhF4H9Qh6qmgBcjeBtA2U9HWwmhGZydAuWCur-9SD70OwiSizgIoZosMA_nqnbhhWJYINHe1Y/s1600/5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1333" data-original-width="1001" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFsZkm_ofYbTKz0FImUsfeeeTHWRHJD1MxbRD_t4ThdYYjB3hmqYFcy50SPX7nLK-UkrFhF4H9Qh6qmgBcjeBtA2U9HWwmhGZydAuWCur-9SD70OwiSizgIoZosMA_nqnbhhWJYINHe1Y/s320/5.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-46315858654995346592016-03-02T10:44:00.000+01:002016-08-10T22:43:39.965+02:00Clara Zanardi: Materia in mutamento<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBcCRL2B4CCG1RVARzFTplZsKNajX4Ti7PxpMidBbNV_Udb3M-zVsxXZ81m2HB05zR1wKO1rNtaIQ1CGtCjgG9Peiijas8FztRvDBssAvWX9dPpp7D9FOEU8KiqlwTJwc8Hf26WjTM5lk/s1600/18+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBcCRL2B4CCG1RVARzFTplZsKNajX4Ti7PxpMidBbNV_Udb3M-zVsxXZ81m2HB05zR1wKO1rNtaIQ1CGtCjgG9Peiijas8FztRvDBssAvWX9dPpp7D9FOEU8KiqlwTJwc8Hf26WjTM5lk/s640/18+-+Copia.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 70x50</td></tr>
</tbody></table>
<span lang="DE"><br /></span>
<span lang="DE"><br /></span>
<span lang="DE">Un momento di
esitazione. Questa è la prima sensazione che l'incontro con l'ultimo ciclo di
opere di Marisa Bello suscita in noi. In un primo tempo lo sguardo si nutre
goloso dell'intensità del colore, s'intrude nel ritmo deciso della
composizione, esplora con curiosità le forme insolite, ma, stupito, si scopre
incapace di scorrerne la superficie con spensierata leggerezza, di scivolarvi
sopra semplicemente, distrattamente. A tinte forti, a tratti gioiose, e ad un
tripudio inventivo d'immagini che potrebbe scaturire dalla matita imbizzarrita
di un bimbo non corrisponde infatti alcuna ingenua letizia, alcun ostentato
conforto da offrire alla nostra percezione esasperata dalla conformità delle
immagini di consumo. Non si può evitare così di soffermarsi sulle linee
spezzate, lungo le ferite aperte dai violenti contrasti cromatici, attorno alle
scaglie mozzate di edifici e muri, di tetti e scale, attraverso fenditure
cieche, dinnanzi a finestre buie.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Abituato ad
interrogare qualsiasi significante sul proprio significato, lo sguardo si
aggrappa ad ogni profilo familiare, ad ogni accostamento evocativo e cerca in
essi una didascalia del senso possibile, un'interpretazione narrativa. La
morale della favola. Ma fatica, stenta. Esita. Cerca allora almeno una
categoria, nella cui rassicurante cornice rimarginare il proprio smarrimento:
si tratta forse di arte astratta?<i> Ma le tessere del mosaico sono frammenti
di realtà, i mari, i cieli, i prati, così concreti... </i>si tratta quindi di
paesaggi?<i> Eppure è così estremamente lontano da ciò che con questo termine
solitamente intendiamo...</i>dunque, arte materica?<i> Nessun tubetto
direttamente spremuto sulla tela, nessun legno bruciato, nessuna sabbia terra
argilla...no...</i>simbolismo?<i> Sarebbe allora da decifrare una trama di
analogie, da comprendere a quale essenza del reale esse rimandino...troppo
astruso, troppo forzato</i>. Infine, si arrende; abbandona la ricerca mentale
di una chiarificazione ultima e lascia che per una volta sia l'opera a
s-quadrarlo, forte del suo enigmatico riflesso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">È a partire da
questa profonda e preziosa sensazione di <i>spaesamento</i> che si può tentare
di raccogliere qualcuno dei pensieri che, in ordine sparso, scaturiscono dalle
immagini create dall'artista, sapendosi in un terreno altro da quello della
razionalità logica e al contempo altro dall'irrazionalità puramente fantastica,
o delirante. Altro esattamente dall'opposizione dicotomica tra questi due
orizzonti. Serbando in sé la consapevolezza che occorre rinunciare alla pretesa
teorica dell'interpretazione, all'anelito naturale alla decodifica
dell'immagine o all'anamnesi dell'inconscio agente per porsi, con semplice
umiltà, in ascolto. Questo spaesamento dell'a-simbolico apre infatti uno spazio
vergine, finalmente libero dalla tirannia del significato, uno spazio di pura
libertà, che comunica, trasmette stimoli ed emozioni, suscita pensieri e
fantasie, suggerisce interrogativi, senza tuttavia pretender mai di dominare
cognitivamente, di spiegare, descrivere, rappresentare. È, in quanto tale, un
linguaggio puramente altro o, più radicalmente, un altro dal linguaggio che
cerca una sua forma propria attraverso l'arte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Il luogo che
incornicia il gesto artistico di Marisa Bello è una finestra, attraverso cui
una fenditura di luce solare ritaglia triangoli brillanti. Un semplice
cavalletto, di legno chiaro, una vecchia poltrona. Lontano di quelli che paiono
secoli dagli eccessi del patinato universo dell'<i>art business, </i>la matita
insegue una traccia soltanto intravista e le setole del pennello si intingono
d'immaginazione, seguendo fluidità e percorsi propri, insondabili. Nella quiete
calma e lenta del mattino il silenzio è rotto solo da rumori di porte e
campanelli d'altre case, dalla pluralità di voci e lingue altre che si
snocciola più o meno marcatamente tra le pareti sottili d'un condominio
popolare. Una scelta consapevole, quella di abitare in profondità i luoghi
periferici, che appartiene da sempre alla vita dell'artista, volta a ricercare
anche nella quotidianità anonima e conforme dell'edilizia pubblica, tra i
lunghi ballatoi esterni delle case-ringhiera, forme di condivisione e contatto
umano. Oltre i vetri della finestra-cornice lo sguardo arranca, frustrato, sul
grigiore cementizio di uno spazio asimmetrico e uniforme, una colata bituminosa
che ricorda astrattamente un cortile interno su cui si affacciano in verticale
una moltitudine di finestre identiche. Viene spontaneo cercare verso l'alto il
rettangolo vivido del cielo, nella speranza non sia a sua volta offuscato dal
denso smog in cui la metropoli milanese traduce la sua tanto conclamata quanto
tossica produttività. Ci si domanda come sia possibile originare colori così
intensi, a tratti fiammanti, a partire da un contesto simile, visceralmente
neutro. Ci si risponde che forse basta quel singolo fascio di luce solare, nel
suo temporaneo e obliquo transito sulla tela, a forgiare nuovi spazi di realtà,
ad aprire uno spiraglio d'altrove. <o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Ben al di là del biografismo
ricercare le orgini del gesto pittorico di Marisa Bello, radicarlo nel luogo in
cui si svolge, aiuta a comprendere la trama di esperienze e suggestioni che ne
strutturano le forme e gli esiti, a mapparne l'itinerario. Uno spazio che si
trasforma senza sosta in un tempo accelerato all'inverosimile: è questo il
territorio che lei cerca ora, attraverso l'arte, di tornare ad <i>abitare. </i>Dopo
aver lottato a lungo con le proprie forze per conquistare e difendere nicchie
di resistenza nella realtà, prima a Napoli poi a Milano, all'artista non resta
che rielaborare interiormente, in maniera profonda e sofferta, il cambiamento
senza ritorno compiuto dall'uomo ed affidare infine alla tela il suo sguardo
alternativo, riservando all'immaginazione ciò che ha scelto di sottrarre ad una
parola ormai satura d'inerzie. Non con il fatalismo della rassegnazione nè con
l'ingenuità naif della speranza, ma con la naturalezza di un percorso che si
appropria di nuove forme o ne riscopre di antiche senza potersi mai sopire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Se lo spaesamento è
una condizione costante del nostro vivere quotidiano, a partire dal rapporto
complesso e contrastivo che intratteniamo con lo spazio, in primis con quello
urbano, abbiamo tuttavia smarrito la potenzialità sovvertitrice e riposizionatoria
che esso in sé contiene, ovvero non siamo più in grado di farne attivamente
esperienza, arginando l'angoscia panica che lo accompagna e trasformandolo in
domanda radicale e profonda, che metta in discussione la società che lo produce
anche nella configurazione fisica che essa sceglie di darsi. Come fa notare
Paul Virilio, oggi esso è piuttosto il frutto di un movimento coatto che ci
induce senza tregua alla fuga, è il prodotto ultimo e annichilente di un
eccesso di velocità mediato dal progresso tecnologico cui pare non esserci,
nonostante le più svariate retoriche <i>slow, </i>alcuna opposizione
realistica. E così attraversiamo ogni giorno luoghi che l'eclissi della
progettazione territoriale ha ridotto ad agglomerati di gusci achitettonici
svuotati di senso, luoghi inospitali in cui l'iperconcentrazione delle masse ha
paradossalmente divelto la possibilità di incontrare l'altro, di creare
comunità, e viviamo in cubo-dormitori nelle periferie sempre più estese di
città cresciute a dismisura oltre e contro se stesse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Il contraddittorio
rapporto con tale dimensione attraversa non solo la vita dell'artista, ma in
modo ancor più pregnante le opere raccolte in questa mostra. Più che scorci di
città, ad apparire nelle ultime tele sono ammassi di rovine, resti scomposti di
abitazioni, accenni di grattacieli, scalinate senza approdi, pareti monche.
L'uomo non compare, se non negli esoscheletri abitativi che si è lasciato alle
spalle. Eppure esso è traccia: la sua presenza, il suo passaggio, sono rivelati
proprio dalla sua assenza che lo chiama in causa nella responsabilità primaria di aver dato
forma alla terra secondo i suoi bisogni e di averlo fatto in modo cieco e
stolto, spinto dalla mera bramosia di profitto, fino ad esaurirne le risorse e
renderlo un luogo non più abitabile. L'<i>hybris </i>estrema, quella che non ha
sfidato un dio ma la natura stessa, viene qui compensata senza alcun afflato
tragico, senza drammi. L'apocalisse è giunta contro ogni previsione nel quieto
silenzio di un'immagine, lontano da squilli di tromba, da fiamme o demoni.
Un'era, quella della superpotenza tecnologica dell'uomo, è finita per aver
superato ogni misura, ogni limite, e con la semplice naturalezza
dell'inesorabile un altro ciclo è agli albori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Non siamo quindi di
fronte a scenari di morte, a drammatiche intessiture di decadenza, ma alla
ripresa lenta della vita, al rifiorire delle vivide tinte della natura dopo la
desolazione di un lungo e grigio inverno. Qualche finestra, lassù, torna ad
illuminarsi. Una ripresa che appare a tratti insicura, fragile; che poggia su
basi instabili, in un perpetuo equilibrio precario, e tuttavia prosegue il suo
corso. L'elemento naturale e l'elemento artificiale si incontrano in queste
visioni con un'armonia finora insospettabile; si fondono in conglomerati calcarei,
in concrezioni rocciose, in colate laviche, ritrovando nella torsione comune,
nella compenetrazione, una sintonia dimenticata. Sorgono così strutture che non
appartengono più alla geometria euclidea, che non sono dotate di una forma
specifica né di una funzione identificabile, frutto della metamorfosi
qualitativa che, sperimentando liberamente effetti di congiunzione e
disgiunzione, collega serie di molteplicità disomogenee aggregandole attorno ad
un nucleo, dando loro un profilo conchiuso. Di contro all'estensione mostruosa
dei conglomerati urbani, infatti, i luoghi creati da Marisa Bello sono finiti,
delimitati, quasi protettivi come grembi materni. Non necessitano per questo di
obblighi, recinzioni o coercizioni: essi paiono contenere in se stessi la
propria misura, il criterio armonico del proprio sviluppo, quel senso della
proporzione che così intensamente apparteneva agli antichi e che noi da lungo
tempo abbiamo violato e, infine, dimenticato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">E forse proprio il
riaffiorare di un rapporto intimo tra il regno dell'organico e quello
dell'inorganico può essere posto come filo conduttore delle opere in mostra,
suggerito con estrema nitidezza e forza evocativa dalla forma finale delle
composizioni che richiama alla mente cristalli, conchiglie, nidi di vespa,
elementi posti esattamente al confine tra i due regni. Per l'associazione
intima che essi inducono con le immagini create dall'artista sembra opportuno
soffermarsi un momento sulla loro genesi per poi poter tornare alle opere con
una prospettiva più ampia che, al di là di qualsiasi schematismo simbolista,
sappia connettere fluidamente le varie dimensioni del reale che sulla
superficie pittorica si intrecciano senza sosta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">A partire dai
cristalli, la cui formazione avviene attraverso un passaggio di stato: una
materia inizialmente liquida o aeriforme evolve verso lo stato solido. Essi
sono, cioè, il frutto di un processo di riconquista di solidità da parte della
materia, di una riappriopriazione di forma da parte dell'informe, del disperso.
La crescita del cristallo è armonica, avviene per accrescimenti successivi
rispettando la morfologia del reticolo che ne costituisce il nucleo sorgente,
il germe. Dal punto di vista fisico, si tratta di una trasformazione che
implica una diminuzione di entropia e avviene mediante concentrazione, ovvero
mediante l'interazione intermolecolare che segue fasci di relazioni reticolari
assimilate da alcuni biologi alle reti neurali umane. E' questo uno dei
fenomeni chimici più affascinanti fra quelli esistenti proprio per il suo
intrinseco carattere liminale: esso crea un ponte fra il mondo microscopico,
popolato da molecole invisibili, e quello macroscopico degli oggetti che
riusciamo a vedere con i nostri occhi ed è un processo contemporaneamente
naturale ed artificiale, proprio sia del mondo inorganico che del mondo
organico. Attraversano infatti la cristallizzazione tanto le rocce, il magma,
la neve, stalattiti e stalagmiti, quanto il sale, il miele, lo zucchero, le
ossa umane, i calcoli renali. Non è perciò un caso sia anche il procedimento
posto alla base delle pratiche alchemiche. I cristalli sono infine
straordinariamente prossimi alla definizione di esseri viventi: nascono da un
germe di cristallizzazione, crescono, si alimentano sottraendo molecole dallo
stato liquido, si riproducono, hanno una sensibilità nei confronti degli
stimoli esterni, muoiono.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Chissà se e per
quali fasci di relazioni semantiche o sensoriali le configurazioni che Marisa
Bello dona alla sua materia in mutamento sono così prossime ai cristalli. Anche
esse, infatti, si pongono come forme di contenimento dell'entropia, del caos a
cui l'iperurbanismo e il dominio tecnico hanno condotto la specie umana. Sono
composizioni che si inseriscono in cunei di spazio, in concavità naturali, e si
strutturano gradualmente verso una forma, senza estendersi in maniera
mostruosa, senza divorare il terreno su cui sorgono. Talune fragili, in bilico
su un solo spigolo; altre più chiuse, quasi ermetiche nel proprio inaccessibile
guscio; tutte a proprio modo composte, delimitate, e in questo opposte alle
megalopoli d'oggi, i cui tentacoli periferici raggiungono e sventrano ogni
apertura di spazio. Di contro alla dispersione nichilista e alla conclamata
liquidità della civiltà postmoderna, l'artista ritrova qui una forma,
un'armonia tra l'ambiente e l'escrezione inorganica dell'organismo umano; una
possibile <i>dimora </i>che, sfumato definitivamente l'inquietante progetto
heideggeriano di radicamento al suolo, può tracciarsi ormai solo come <i>piega </i>che
disegna la mappa di un territorio mutante.<a href="file:///C:/Users/Giuliano/Documents/MATERIA%20IN%20MUTAMENTO.doc#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE" style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5UO9s_QdZ07GSbgLYIpvwR5P0KR7-8uF7XJzAO4flGhM2ls8nyVEqimY1XRcy0Mkksbc_4KIlxssNFBjLM85d3OgY7r_uipJMan-qYO0Ndi9WR9L-tvNwL84kDh7ymLOrX9vDUl9Pxis/s1600/A4+-+Copia+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="353" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5UO9s_QdZ07GSbgLYIpvwR5P0KR7-8uF7XJzAO4flGhM2ls8nyVEqimY1XRcy0Mkksbc_4KIlxssNFBjLM85d3OgY7r_uipJMan-qYO0Ndi9WR9L-tvNwL84kDh7ymLOrX9vDUl9Pxis/s640/A4+-+Copia+-+Copia.jpg" width="640" /></a></div>
<span lang="DE"><br /></span>
<span lang="DE"><br /></span>
<span lang="DE">L'altro elemento a
questo strettamente connesso è la conchiglia, esito a sua volta di una fusione
fra elementi organici, le proteine secrete dalle ghiandole del mollusco, ed
inorganici, il carbonato ed il fosfato di calcio che la strutturano. Anch'essa
elemento liminale, capace di accrescersi progressivamente mantenendo una
propria intrinseca proporzione, e così facendo di ospitare la vita nel suo
lento sviluppo. Una crescita che appare sempre ed esclusivamente connessa ai
bisogni effettivi del vivente, mai eccessiva, mai sclerottizzata o metastatica;
dotata di una propria misura. Introiettata dall'inconscio collettivo come
elemento positivo, simbolo di fertilità, prosperità, vita, essa è associata,
proprio come il cristallo, ad un percorso di purificazione, ad una purezza
essenziale della materia, al punto da essere ritualmente portata in
pellegrinaggio in tempi antichi come offerta al divino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Forse è in questa
esigenza di un abbandono definitivo del "troppo" indotto dal
capitalismo, dell'eccesso oltre ogni limite, del ritorno ad un'ospitalità
autentica, tanto del luogo quanto dell'umano, a costituire nelle visioni di
Marisa Bello il tramite di passaggio tra il cristallo e la conchiglia. Nonchè a
rendere quest'ultima protagonista di un massiccio ritorno nell'architettura
contemporanea per il suo carattere di
mediazione armonica e delicata tra l'interno e l'esterno, tra la costruzione ed
il paesaggio; per il suo intimo legame con la natura e con l'elemento acqueo,
fonte di vita, oggi spezzato dalle pratiche di costruzione urbana. Un legame
che ha lasciato in noi una nostalgia profonda che riemerge ogni qual volta
portiamo una conchiglia all'orecchio per ritrovare al suo interno il rumore del
mare, facendone poetica quanto amara icona di un'impossibile evasione dall'artificiosa quotidianità della città.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil0Wt5ZIUDlXr5wxi5QtdFW5syEwfhEIjEUXqQBhWmfHxZ1R7_7LlOdjutc6LiHyyBpcHgSRkZW26DiaUpNj8LEuPDXHntgE_4rnJnGKY8JTxp6p1WcqCvEwnSjOPx5KekYs-dC7-bW-I/s1600/conchiglie.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="422" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil0Wt5ZIUDlXr5wxi5QtdFW5syEwfhEIjEUXqQBhWmfHxZ1R7_7LlOdjutc6LiHyyBpcHgSRkZW26DiaUpNj8LEuPDXHntgE_4rnJnGKY8JTxp6p1WcqCvEwnSjOPx5KekYs-dC7-bW-I/s640/conchiglie.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Senza facili derive
consolatorie, l'impressione che le opere di Marisa trasmettono è in fondo
positiva proprio perché ad essere recuperata è una forma di reintegrazione e di
armonia tra gli elementi, anche (o soprattutto?) in assenza dell'uomo, grazie
ad un processo lento, fatto di calcificazioni e agglomeramenti successivi
radicalmente imprevedibili, incalcolabili perché legati a modelli di sviluppo
organico anzichè a progettazioni razionali. Un processo che avviene in un tempo
che appare rarefatto, impermeabile al culto della velocità; non diacronico, ma
sincronico, quasi sospeso. In queste indissolubili concrezioni di materia e
tempo esso ricompare infatti più che altro come tessitura sotterranea, come
testimonianza di un passaggio di civiltà, senza scorrere o essere vissuto quale
effettiva esperienza: ogni epoca ha lasciato su queste concrezioni una traccia
ed ha contribuito a plasmarne la forma senza potervi però imprimere il suo
marchio. Non siamo perciò di fronte all'apocalisse postumana, ad un viaggio al
termine della notte, quanto piuttosto alla rigenerazione di un possibile
mediata dalla forza dell'immaginazione artistica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Attraversando le
opere di Marisa Bello accade così di viversi per un istante in uno spazio
altro, liberato dalla normatività istituzionale e disciplinatoria, uno spazio
di respiro. Un luogo equamente estraneo tanto all'informità caotica della
metropoli quanto all'illusorietà di una campagna ridotta a mera occasione di
svago bucolico o a meta turistica; un "paesaggio dell'anima" in cui
poter oltrepassare la frattura tra mondo esterno e mondo interno, in cui
riscoprire per un istante un'armonia che non sia consolatoria né priva di basi
reali, ma in sé consistente e, come un cristallo, concreta.<a href="file:///C:/Users/Giuliano/Documents/MATERIA%20IN%20MUTAMENTO.doc#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE" style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Proprio per questo
non possiamo classificarla come l'ennesima utopia, intesa come spazio
fondamentalmente ed essenzialmente irreale, che intesse una relazione di
semplice analogia con lo spazio reale, effettivo, della società. La tela è
invece qui uno spazio dotato di esistenza propria, la cui apertura di senso,
lungi dal costituirsi quale ricerca di una verità metafisica oltre le cose o di
una qualche suprema essenza, accade interamente in superficie. Sebbene sia
localizzabile, abbia una propria effettiva estensione, la tela e ciò che su
essa affiora si trovano al contempo al di fuori di ogni luogo, configurandosi
come ciò che Foucault definisce <i>eterotopie</i>: contro-luoghi in cui tutti
gli altri luoghi reali vengono contemporaneamente rappresentati, contestati e
sovvertiti.<a href="file:///C:/Users/Giuliano/Documents/MATERIA%20IN%20MUTAMENTO.doc#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE" style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a> L'eterotopia ha infatti il
potere di giustapporre, in un unico luogo reale, diversi luoghi tra loro
incompatibili, come possono esserlo in questo caso edifici urbani, ambienti
marini, case, cime vulcaniche, lastroni di roccia; operando in perfetta
simmetria con forme di eterocronia, in cui resti fossili si associano ad
abitazioni di foggia moderna in un presente senza tempo, sospeso, in cui
quest'ultimo, sottratto all'accelerazione, può riemergere solo come storia
dell'umanità che risale alla propria sorgente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Tele eterotope
quindi, ovvero "spazi che sono connessi a tutti gli altri spazi, ma in
modo tale da sospendere, neutralizzare, invertire l'insieme dei rapporti che
essi stessi designano, riflettono o rispecchiano".<a href="file:///C:/Users/Giuliano/Documents/MATERIA%20IN%20MUTAMENTO.doc#_ftn4" name="_ftnref4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE" style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></a>
Come tali, gli scorci che Marisa Bello offre al nostro sguardo esercitano una
vera e propria azione specchiante, dando origine ad un determinato effetto di
ritorno. Infatti, così come è a partire dallo specchio che mi scopro assente
nel luogo in cui sono, dal momento che è là, riflesso nel vetro, che mi vedo;
allo stesso modo dagli spazi aperti nelle tele vengo rimandato ai miei spazi
reali, sociali, ovvero ricomincio a portare lo sguardo verso di me per
ricostituirmi là dove sono, con un movimento che è l'esatto opposto
dell'evasione consolatoria che caratterizza l'utopia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">"<i>Le utopie
consolano; se infatti non hanno luogo reale si schiudono tuttavia in uno spazio
meraviglioso e liscio; aprono città dai vasti viali, giardini ben piantati,
paesi facili anche se il loro accesso è chimerico. Le eterotopie inquietano,
senz'altro perché minano segretamente il linguaggio, perché vietano di nominare
questo e quello, perché spezzano e aggrovigliano i luoghi comuni, perché
devastano anzi tempo la «sintassi» e non soltanto quella che costruisce le
frasi, ma quella meno manifesta che fa «tenere insieme»…le parole e le cose. È
per questo che le utopie consentono le favole e i discorsi: si collocano nel
rettifilo del linguaggio, nella dimensione fondamentale della fabula; le
eterotopie inaridiscono il discorso, bloccano le parole su se stesse,
contestano, fin dalla sua radice, ogni possibilità di grammatica, dipanano i
miti e rendono sterile il lirismo delle frasi".<a href="file:///C:/Users/Giuliano/Documents/MATERIA%20IN%20MUTAMENTO.doc#_ftn5" name="_ftnref5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span lang="DE" style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">[5]</span></b></span><!--[endif]--></span></a></i><o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Non si tratta perciò
di visioni astratte, meri <i>divertissement </i>immaginativi o fughe idilliche,
ma di luoghi concreti, la cui illusorietà svolge l'insostituibile funzione di
indicare come ancor più illusorio, come <i>realmente illusorio,</i> ogni spazio
considerato reale, ovvero tutti quei luoghi al cui interno la vita umana è oggi
relegata e costretta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<span lang="DE">Diversamente
dall'utopia, nella cui prossimità ad una ingegneria sociale completa è insito
un rischio di totalitarismo, l'eterotopia abbandona l'idea di un progetto di
ordine complessivo per porsi come pratica umana effettiva, di piccola scala. Ad
una pianificazione totale subentra così infine l'apertura di varchi di
sperimentazione alternativa, con una funzione simile a quella che un tempo
apparteneva al carnevale. Di fronte alla consapevolezza che nell'epoca contemporanea
poche altre forme realmente alternative sono rimaste percorribili, salve dal
pervasivo rischio di essere immediatamente riassorbite dal sistema nel format
angusto della contestazione, l'arte torna a dischiudere per Marisa Bello la
possibilità concreta di una sperimentazione libera e di una sospensione
dell'apparente immutabilità dell'ordine delle cose, macigno che destina il
cittadino globale all'indifferenza. E per noi, attraverso lo specchio della sua
immaginazione, prende corpo la possibilità di ritornare alla nostra realtà
vivendone più consapevolmente sproporzioni e assurdità e cercando di
riconquistare un rapporto armonico con l'elemento naturale anziché
accontentarci di porgere l'orecchio alle onde oniriche portate a riva da una
conchiglia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="right" class="Standard" style="text-align: right;">
<span lang="DE">
<o:p></o:p></span></div>
<div align="right" class="Standard" style="text-align: right;">
<b><i><span lang="DE" style="font-size: 10.0pt;">Con profonda stima e sincero affetto, <o:p></o:p></span></i></b></div>
<div align="right" class="Standard" style="text-align: right;">
<b><i><span lang="DE" style="font-size: 10.0pt;">Clara Zanardi
</span></i></b><span lang="DE"><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<br />
<div id="ftn1">
<div class="Footnote">
<a href="file:///C:/Users/Giuliano/Documents/MATERIA%20IN%20MUTAMENTO.doc#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE" style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><i><span lang="DE">Piega</span></i><span lang="DE"> in questa accezione è un concetto introdotto ed elaborato da Gilles
Deleuze e Felix Guattari<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div id="ftn2">
<div class="Footnote">
<a href="file:///C:/Users/Giuliano/Documents/MATERIA%20IN%20MUTAMENTO.doc#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE" style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span lang="DE">"Paesaggi
dell'anima" è espressione che dà il titolo ad un'opera di Umberto
Galimberti.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div id="ftn3">
<div class="Footnote">
<a href="file:///C:/Users/Giuliano/Documents/MATERIA%20IN%20MUTAMENTO.doc#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE" style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span lang="DE">M.
FOUCAULT, <i>Spazi altri. I luoghi delle eterotopie, </i>Mimesis 2001<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div id="ftn4">
<div class="Footnote">
<a href="file:///C:/Users/Giuliano/Documents/MATERIA%20IN%20MUTAMENTO.doc#_ftnref4" name="_ftn4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE" style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><i><span lang="DE">Ivi</span></i><span lang="DE"><o:p></o:p></span></div>
</div>
<div id="ftn5">
<div class="Footnote">
<a href="file:///C:/Users/Giuliano/Documents/MATERIA%20IN%20MUTAMENTO.doc#_ftnref5" name="_ftn5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="DE" style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%;">[5]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span lang="DE">M.
FOUCAULT, <i>Le parole e le cose. Un'archeologia delle scienze umane, </i>1966<o:p></o:p></span><br />
<span lang="DE"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR7zu436W962gcbpiFlC05Vi1TwO8w0KQJR-u4PRiw84LK7_hyphenhyphenbPhqWn8HbtC9ELoSXRn0QWnjtxLLRz5byvPpeadsnx6Qmtpj-LC-EFOWrvtWz_zi9GEZ8vR4aNRd_WRH8GX_kL5fxm0/s1600/18.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR7zu436W962gcbpiFlC05Vi1TwO8w0KQJR-u4PRiw84LK7_hyphenhyphenbPhqWn8HbtC9ELoSXRn0QWnjtxLLRz5byvPpeadsnx6Qmtpj-LC-EFOWrvtWz_zi9GEZ8vR4aNRd_WRH8GX_kL5fxm0/s400/18.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGPmsVjjkC4s6Xhjp7tuG-0g7VPr6-cWtTWvBWSIgty958wfkdrjQt9c7Gu1brVihW1gqCxIUYDA1-49LMA-isA4kqKjS1xEqdKeqP1_x6Zv0wEE-ocho3KFPOWKX_KAulUEJ3wNVPtKw/s1600/014.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGPmsVjjkC4s6Xhjp7tuG-0g7VPr6-cWtTWvBWSIgty958wfkdrjQt9c7Gu1brVihW1gqCxIUYDA1-49LMA-isA4kqKjS1xEqdKeqP1_x6Zv0wEE-ocho3KFPOWKX_KAulUEJ3wNVPtKw/s400/014.jpg" width="300" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span lang="DE"><br /></span></div>
</div>
</div>
</div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-68307049390824154792016-02-25T16:49:00.001+01:002016-08-10T22:43:40.015+02:00Materia in mutamento - 15<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTqeDcOmsYF1hGFDtSdUm9ncqL9cn7qCZ0H_j3yzSAU37fW7uIHB57ZjLaiJJUAINjLhwZEgQ6rzvfKt9F1KIUnvRTc5i0een-4hZEdhJ_unZcudiRpMi0c4BnK2NnuFPFu6x5gkuXUQM/s1600/16+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTqeDcOmsYF1hGFDtSdUm9ncqL9cn7qCZ0H_j3yzSAU37fW7uIHB57ZjLaiJJUAINjLhwZEgQ6rzvfKt9F1KIUnvRTc5i0een-4hZEdhJ_unZcudiRpMi0c4BnK2NnuFPFu6x5gkuXUQM/s640/16+-+Copia.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 40x60 </td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMMvuUDpL-ceP6Sa7zSfurM8TOX-zH-Nr5AHOm_p60MqSLbep6wKV2HllGTHWMmOo97OkMbKclazv73BsKo2OEFwNRNGl8mGWcqiIL0a-mNQUIXzwJPavEBwfci7uOsWuLXXrcivYJueY/s1600/17+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMMvuUDpL-ceP6Sa7zSfurM8TOX-zH-Nr5AHOm_p60MqSLbep6wKV2HllGTHWMmOo97OkMbKclazv73BsKo2OEFwNRNGl8mGWcqiIL0a-mNQUIXzwJPavEBwfci7uOsWuLXXrcivYJueY/s640/17+-+Copia.jpg" width="334" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 30x60</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">“Naturalismo della memoria” potrebbe essere il
sottotitolo di questa mostra. Un naturalismo che proviene dai tracciati interni
della memoria visiva dell’artista. Ricordi percettivi che si intersecano nelle
strutture rielaborative della mente. La “materia in mutamento” è quell’arte
pittorica che trasmuta ciò che si vede in ciò che si ricorda, in un conoscere
affettivo. Arte, quindi, come rivelazione dell’autentico vedere. Autenticità
dell’illusione.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqM1RwN8WZd8q-FA1NywBrrpYNAHj9JFHElvXVIhc2C_EP4MCPNH_tl2wo5p6hS-l_bj2rZYerebMCVk6zQxJcX8TA8w8DJeu8A6AkOGELbv5QkDwp-TS-PHsgvMKP4fijH660gu8UlXs/s1600/16.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqM1RwN8WZd8q-FA1NywBrrpYNAHj9JFHElvXVIhc2C_EP4MCPNH_tl2wo5p6hS-l_bj2rZYerebMCVk6zQxJcX8TA8w8DJeu8A6AkOGELbv5QkDwp-TS-PHsgvMKP4fijH660gu8UlXs/s400/16.jpg" width="282" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinnSaR-BlbJ8iLaPZK8j5HYu0M41M1tYdwKhMEVpNF0otSea21iyb878FsvMSDp2d_sR_WHNPro2RqLy9_nyQNDkeG3Ms2CMKiPnwsIy8ISBk_wN9Fj8weRNggEy5bfmOCRsTfqUJCDjk/s1600/17.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinnSaR-BlbJ8iLaPZK8j5HYu0M41M1tYdwKhMEVpNF0otSea21iyb878FsvMSDp2d_sR_WHNPro2RqLy9_nyQNDkeG3Ms2CMKiPnwsIy8ISBk_wN9Fj8weRNggEy5bfmOCRsTfqUJCDjk/s400/17.jpg" width="191" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzrOC2csLWQaGP6BOp0QpfLaeNyNUAx8b2eIsu412FUDWsMnMrm1noW2grnfr7kmSf6PSOWm0p4ZdcE3oup7JBUjuE7nl26nK2EZTvL-kjv5snvuUovhhKT2K_U-D4i57F0RsxsbuRT3w/s1600/022.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzrOC2csLWQaGP6BOp0QpfLaeNyNUAx8b2eIsu412FUDWsMnMrm1noW2grnfr7kmSf6PSOWm0p4ZdcE3oup7JBUjuE7nl26nK2EZTvL-kjv5snvuUovhhKT2K_U-D4i57F0RsxsbuRT3w/s640/022.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-76446362101470426132016-02-19T12:05:00.003+01:002016-08-10T22:43:40.025+02:00Elvio Annese su Materia in mutamento <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHDOzxCoPLP3WhdmIU3MFqoJrMwqLL_d8PjkqUhf0jc_jpqRPy8oIlRtGdLOQUJjffd4pJPI_YyGiy5ECT7Er442cNRrBrtDHVHCQX7wvZb__OB6Ge1LzvyD4FGMJEgxjeZtaxm2ZSnyE/s1600/7.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHDOzxCoPLP3WhdmIU3MFqoJrMwqLL_d8PjkqUhf0jc_jpqRPy8oIlRtGdLOQUJjffd4pJPI_YyGiy5ECT7Er442cNRrBrtDHVHCQX7wvZb__OB6Ge1LzvyD4FGMJEgxjeZtaxm2ZSnyE/s200/7.jpg" width="150" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b><i>Attesa</i></b></div>
<div class="MsoNormal">
Appeso al filo, pescato da un pescatore d'infinito, il
promontorio si è staccato e piano piano,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
per non farlo ondeggiare, lento lento, poco alla volta viene
sollevato e galleggia su un cuscino di salsedine sospeso al silenzio profondo.
Si sente, ogni tanto, il deglutire dell'acqua prodotto dai pesci, forse felici,
che disegnano cerchi argentati. Ogni tuffo fa sorridere il petto, pensando a
quanto e quanto e quanto mondo c'è indipendente da noi e dalla nostra
esistenza.<o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
Di tronco fossile è la roccia dove siamo incollati, ha occhi
e bocca che raccontano pestature di gusci d'ostriche e di stelle marine alla
Breton, tempi immemori, voce profonda per il decollo verso astri lontani, fra
l'odore del sugo sul fuoco, familiare oltre le mura e i tetti, nella notte
infantile, e nell'attesa rende sempre più vasto tutto ciò che possiamo
scoprire, e non abbiamo ancora scoperto, mutando.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkCWeV7D3UUjJFuy30SGw04O-P25GMKuo-fr79_cqVZBtfeAkfPd8iKw6gAtYT4TkVZSEgX1nV9B1esQ1ouJQseLcwctI_FW6WhC6nS8Cb4y930QRiNtz1uHKVqXwcddrzw-8PvTdr84M/s1600/8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkCWeV7D3UUjJFuy30SGw04O-P25GMKuo-fr79_cqVZBtfeAkfPd8iKw6gAtYT4TkVZSEgX1nV9B1esQ1ouJQseLcwctI_FW6WhC6nS8Cb4y930QRiNtz1uHKVqXwcddrzw-8PvTdr84M/s200/8.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b><i>Radici</i></b></div>
<div class="MsoNormal">
Si potrà conversare abitando un asteroide mentre si cade
veloci per piantare radici in qualche terra sconosciuta?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXisLrCwxpf3RQZBiDrmk5i4MSBoo_NhdLhPRniASr3wXN7CtU_VgBwYVNMdWsNOHGakjo0ZuXRPnlW7ztWLEn26L5drzfTKwORQKPo3XBXTQmoMVTLJVZaqInK3mPGFM0kaaCPUMZal4/s1600/9.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXisLrCwxpf3RQZBiDrmk5i4MSBoo_NhdLhPRniASr3wXN7CtU_VgBwYVNMdWsNOHGakjo0ZuXRPnlW7ztWLEn26L5drzfTKwORQKPo3XBXTQmoMVTLJVZaqInK3mPGFM0kaaCPUMZal4/s200/9.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b><i>Sorprese</i></b></div>
<div class="MsoNormal">
Ora siamo nella fiaba rischiarata dalla luna, ora è il legno
e l'erba e il silenzio dei grilli fra le stridule note dell'eterna canzone, ora
le lampadine riscaldano la notte, al di là delle finestre, e fanno più
accogliente e familiare, il reclinarsi che prepara il dormire.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
La notte, nel sonno, anche i nostri mondi richiuderanno gli
occhi con noi?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
O andranno avanti, ora per ora, procedendo senza coscienza,
per risvegliarci al mattino in qualche luogo che ancora non sappiamo?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
Sarà un sorpresa la nuova giornata?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6N2odpOBx7-HcYnum-lzHYkMKZRlnSLs5w1hhRfPNm8ewonuIUxcHrSvR4dcWNNbrgynjAYaYGA6zOFCCEG9OtXsd1wP5V6jrAJ9_14_ayk9UfZhcWJSj1dTpnvjD3EfDfJRP70YWpOg/s1600/10.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6N2odpOBx7-HcYnum-lzHYkMKZRlnSLs5w1hhRfPNm8ewonuIUxcHrSvR4dcWNNbrgynjAYaYGA6zOFCCEG9OtXsd1wP5V6jrAJ9_14_ayk9UfZhcWJSj1dTpnvjD3EfDfJRP70YWpOg/s200/10.jpg" width="156" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b><i>Abbracci</i></b></div>
<div class="MsoNormal">
Delle danze dispettose e malandrine di poche case bambine
che ridono in marachelle ubriache dell'ebrezza del vivere, oppure è un
abbraccio di amici che ferma il passo sdrucciolo di quel palazzone distratto
che sta per posarsi (un bicchiere di troppo?) su un sassetto senza equilibrio.
E' materia sospesa e sorvola terreni precari, mentre è sempre più difficile
sapere, in ogni momento, cos'è che viviamo o dove ora siamo. Ogni nostro mondo
ne raccoglie altri mille: è a volte amusante vederli saltellare abbracciati.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-fMVVI2Jd0zbpohZXfZKLiiCzUctQp2Wq8CPWlookTqz0efL43UptNLCI23L9Z2Pe09FUPbOdDNx4CkYesji1vS2nWVbxayV_LKxneXgO11_80pEI2SuzWwAmhfINQOpr-V0yZwpUzzs/s1600/11.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-fMVVI2Jd0zbpohZXfZKLiiCzUctQp2Wq8CPWlookTqz0efL43UptNLCI23L9Z2Pe09FUPbOdDNx4CkYesji1vS2nWVbxayV_LKxneXgO11_80pEI2SuzWwAmhfINQOpr-V0yZwpUzzs/s200/11.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b><i>Aperture</i></b></div>
<div class="MsoNormal">
Eccolo il mare. Oltre questo nostro accalcarci di muri e
macerie di mondi rinchiusi, eccolo il mare che ci porta un po' di respiro,
eccolo il mare che spalanca i polmoni: il mare. Aperto.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxodl06ICfcqtcD2RBNiVhnRK9HEI8asuVgXcIcuu83gLlKqO7ffwRqibvQv_JHG5DDi3-r6hJALv_yYiRg-st82bgbKyciDxhZuf5br05IV9_1xkRrvidtmRJz0i-OonbWLIO7_f4IEk/s1600/12.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxodl06ICfcqtcD2RBNiVhnRK9HEI8asuVgXcIcuu83gLlKqO7ffwRqibvQv_JHG5DDi3-r6hJALv_yYiRg-st82bgbKyciDxhZuf5br05IV9_1xkRrvidtmRJz0i-OonbWLIO7_f4IEk/s200/12.jpg" width="150" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<b><i>Mappature</i></b></div>
<div class="MsoNormal">
Come una chiocciola nella casetta spiccherò il volo in uno
spazio senza fine e sento già il suono,<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
le note del film, mentre filo diritto, al di là del
tramonto, dove c'è l'occidente.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
Ma vista dall'alto la spirale delinea una mappa, con tutto
quello che il cuore può esporre allo sguardo d'un drone ed è così che una
chiocciola pretenziosa, diventa di se stessa mappa, disegno interiore che per
non smarrirsi tutto vede e ogni cosa conserva. Occhio dell'occhio per non
sentire più niente e lanciarsi nel vuoto infinito.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga2k2rVbhOZuo5xDvatgKUuW3y7PWhyphenhyphenU40teQluvpz778qzYV00yDP68mIl33lZfvkStngNRdnMMRC08KGtHtLpqAv2or2n_Fr5N_fC0kDrVfpH-NYsoCkANbBrj9ZeG2lnXuowkWoxUA/s1600/13.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga2k2rVbhOZuo5xDvatgKUuW3y7PWhyphenhyphenU40teQluvpz778qzYV00yDP68mIl33lZfvkStngNRdnMMRC08KGtHtLpqAv2or2n_Fr5N_fC0kDrVfpH-NYsoCkANbBrj9ZeG2lnXuowkWoxUA/s200/13.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b><i>Intrusioni</i></b></div>
<div class="MsoNormal">
Stavamo come funghetti accalcati su un legno di pioppo, o
rimanenze di antiche città radicate nel tufo. Eravamo cristalli trasparenti di
quarzo e di intrusioni di pagliuzze dorate e rametti di ferro rossastro e
ruggine e polvere e pietre. Intrusioni che fanno sognare.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Intrusioni?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
Nelle nostre case strette e abbracciate o accavallate una
sull'altra i nostri corpi spesso sono intrusi, protetti dal loro abitare su
montagne sassose e giottesche.<o:p></o:p></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-56532998141907843562016-02-17T11:10:00.000+01:002016-08-10T22:43:39.981+02:00Materia in mutamento - 14<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWRtzx8mxmLxXJ71C7cHHymcJtbgd2VmuUZQqnhlywScC0MfDfTPKHdm-7KTrH7zEhKsPAymkUZu-vqrE2czZPnAvLUHxDtND1_-PukH5RIzBFqs8hJiCF48qmj0Vx6Wz8ZcNvynieTKQ/s1600/14+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="371" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWRtzx8mxmLxXJ71C7cHHymcJtbgd2VmuUZQqnhlywScC0MfDfTPKHdm-7KTrH7zEhKsPAymkUZu-vqrE2czZPnAvLUHxDtND1_-PukH5RIzBFqs8hJiCF48qmj0Vx6Wz8ZcNvynieTKQ/s640/14+-+Copia.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 70x40</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Dipingere è inseguire un desiderio. Far incontrare
la propria mano con questo desiderio vuol dire creare un’estensione che dal
nostro corpo si proietta in uno spazio virtuale che sta tra il nostro dentro e
il fuori. Spazio immaginale che si concretizza su un supporto materiale. Ma il
mediatore rimane sempre il corpo, nel suo muoversi, aderire, toccare. Un gesto
vecchio di migliaia di anni che si perpetua e che rifiuta l’obsolescenza di
fronte al progresso dei nuovi immaginari tecnologici. Il vecchio gesto arcaico
della mano che dipinge è ponte verso un’antichità che lungi dall’aver
semplicemente tentato la copia del reale era, ed è, altresì ricerca vitale di
un rapporto del corpo col mondo. Non ritorno nostalgico al corpo, perché da questo
non ci siamo mai separati; così come non ci potremo mai separare da quella sua
capacità così antica che è il fare artistico.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPnN7-ojDT-DdHiqjMQLjgr3-dMImy2uafqz_VBx1Nnh8HB4egxYo1xdhl42imbwHeGK9rHsf48M94PYkwBhhUBcDLBhOUnoZwjo489yUoq0qKEqImI4ZYEcbNVgacdKetwbr69UVC-FE/s1600/15+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPnN7-ojDT-DdHiqjMQLjgr3-dMImy2uafqz_VBx1Nnh8HB4egxYo1xdhl42imbwHeGK9rHsf48M94PYkwBhhUBcDLBhOUnoZwjo489yUoq0qKEqImI4ZYEcbNVgacdKetwbr69UVC-FE/s640/15+-+Copia.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 50x70<br />
<br /></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhELaac7PqoFIDw5PTOYBENhF_KPhwxVHTW9uWNk1m7li_XJKexlmvBBA7gDRcdbee_Mx0xrsws2RKeo0OfFk6oZiP7jV74pYhEtrx_ssPdTvnAsD1XyIXNXEJmY1L5sv4_Dl_Bowc4vxo/s1600/14a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhELaac7PqoFIDw5PTOYBENhF_KPhwxVHTW9uWNk1m7li_XJKexlmvBBA7gDRcdbee_Mx0xrsws2RKeo0OfFk6oZiP7jV74pYhEtrx_ssPdTvnAsD1XyIXNXEJmY1L5sv4_Dl_Bowc4vxo/s320/14a.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPHtA3kgBOSFgODAm1wrzMwmgNI7RLDQvFSSXxWAJqOZPrtWMi0Nj8I8FhqgdQdkBeYwN4gUK58fhfIXw73Lp6_6l97BfzA_KiJxwiwTbifDdfGkkzeiR7RWlMlr5hgnlfAirExytzR3U/s1600/15.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPHtA3kgBOSFgODAm1wrzMwmgNI7RLDQvFSSXxWAJqOZPrtWMi0Nj8I8FhqgdQdkBeYwN4gUK58fhfIXw73Lp6_6l97BfzA_KiJxwiwTbifDdfGkkzeiR7RWlMlr5hgnlfAirExytzR3U/s320/15.jpg" width="226" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0Cj_AQ0m1XJvfeTivyvrRVfRv2HDyZ4PLYPdnAjuufC7KFSPt9MokHatD5h77qEKzWwrsWdNl2XHl_BCmkovXv95G1EGBc6ZF_U0ubauiU8tjN1zKVLZ4kMgJ9aS7uz9SV1hlNmXcErc/s1600/007.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0Cj_AQ0m1XJvfeTivyvrRVfRv2HDyZ4PLYPdnAjuufC7KFSPt9MokHatD5h77qEKzWwrsWdNl2XHl_BCmkovXv95G1EGBc6ZF_U0ubauiU8tjN1zKVLZ4kMgJ9aS7uz9SV1hlNmXcErc/s400/007.jpg" width="377" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-67132722269174015182016-02-08T10:37:00.000+01:002016-08-10T22:43:40.011+02:00Materia in mutamento - 13<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8wK8_MqS3LYgljX0uOM2Xg1d6Bxm0H3I9oAy3yeNVk9JVJhQgjrKNFzvmwDwsTB7tO0mwgXNXwdJPz6Ez30jW4dbwyKLZ1hXrdS-N0jauXL-Dgr4CcFELa5HmXwJkCr9EHeP4-eF9gr4/s1600/13+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8wK8_MqS3LYgljX0uOM2Xg1d6Bxm0H3I9oAy3yeNVk9JVJhQgjrKNFzvmwDwsTB7tO0mwgXNXwdJPz6Ez30jW4dbwyKLZ1hXrdS-N0jauXL-Dgr4CcFELa5HmXwJkCr9EHeP4-eF9gr4/s640/13+-+Copia.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela - cm. 60x50<br /><br /><div style="text-align: left;">
<br /></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Dipingere è un processo lento. Richiede pazienza
nell’apprendere le tecniche e lentezza nell’esecuzione dell’opera, ma
contrariamente a quel che succede oggi nei settori in cui predomina la
tecnologia, non vi si richiede la costanza di un aggiornamento continuo. Gli
strumenti della pittura sono sempre quelli, da secoli, e le novità, rare e ben
distanziate tra loro, permettono tempi appropriati di adattamento. Un lusso che
forse sta diventando sempre più sinonimo di spreco, spreco di quel valore, che
si avverte in via di costante esaurimento, che è il tempo.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiE0KAL4At_T2dWKF2EmliVGzlyBPD-6AnYN8cIHp2DUzpw_2X5hm7Mlqx-mIP3kMZfLYiQaTdi200v8fIwo5jxfFYzzc2Q_3MjaQHOlCfHUO8tKfYiq9nRXfr-2ujRfV4hUoqPIw85MFk/s1600/13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiE0KAL4At_T2dWKF2EmliVGzlyBPD-6AnYN8cIHp2DUzpw_2X5hm7Mlqx-mIP3kMZfLYiQaTdi200v8fIwo5jxfFYzzc2Q_3MjaQHOlCfHUO8tKfYiq9nRXfr-2ujRfV4hUoqPIw85MFk/s320/13.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdlzkVA5T8d4lTPaicNnmHj9UGQkoDtqjxYCeorADcnsYiT_5oEnLv-AmsV17EEiuVDZiu2DEsqP5kpqs6L28EUz-nOuIPgu_BFlo2ieWMFeczx88jOZuEemxU8LfbmlVZ3eBVS6OAzNA/s1600/014.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdlzkVA5T8d4lTPaicNnmHj9UGQkoDtqjxYCeorADcnsYiT_5oEnLv-AmsV17EEiuVDZiu2DEsqP5kpqs6L28EUz-nOuIPgu_BFlo2ieWMFeczx88jOZuEemxU8LfbmlVZ3eBVS6OAzNA/s320/014.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-87735777887235234082016-02-01T11:06:00.000+01:002016-08-10T22:43:40.030+02:00Materia in mutamento - 12<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU33AttK1cGFJ4qPxFjAMHMpzqagi_JLMjUr7Te_MJ-Bp6KW_emlOPGN-ZPZapFkTeln6CRSrTUFntzeTDR32XUVZYvWnTZgOF796WLAknPh74gxwFj9xxkpcAorOKaMss04Q2Z79Vbdk/s1600/12+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU33AttK1cGFJ4qPxFjAMHMpzqagi_JLMjUr7Te_MJ-Bp6KW_emlOPGN-ZPZapFkTeln6CRSrTUFntzeTDR32XUVZYvWnTZgOF796WLAknPh74gxwFj9xxkpcAorOKaMss04Q2Z79Vbdk/s640/12+-+Copia.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela - cm. 35x50</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Visibilità. Saper vedere, saper leggere, saper
interpretare, insomma saper far emergere i significati nascosti di un’opera
d’arte, è questo che costituisce visibilità? È ciò che illumina e chiarisce,
che presiede alla possibilità del vedere? Capendo e conoscendo vediamo,
aumentiamo le possibilità del vedere stesso. Certo è importante imparare a
vedere ma è altrettanto importante sapere che ogni chiarificazione, ogni
aumento di visibilità porta in sé inevitabilmente anche una sorta di
addomesticamento delle qualità intrinseche che la capacità di vedere
potenzialmente possiede. La caratteristica principale che rischia di
depauperarsi è proprio quel posizionarsi del fare artistico tra il certo e
l’incerto, tra il raffigurare qualcosa (renderla visibile) e l’impossibilità di
afferrarla nella sua essenza, che continuamente sfugge. E allora la vera
visibilità, quella che significa in un’opera d’arte, è mostrare, rendere
affatto visibile l’impraticabilità della chiarificazione assoluta. Luce
intermittente e nomade, la visibilità nell’arte è raffigurabile solamente come
soglia che continuamente si apre verso mondi sempre altri, sempre mai
definitivamente conoscibili ma solo momentaneamente praticabili.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-pWJFP5CbRTddnruFoncV0JeCqyM-Mj1uBRPc2AXb6ek4HcGWxCJzWf9mqDMRGpHHQCAy2hjnGBjatizBPnHmA14oEyjGu0eMMEDsIAozTLFz66T_VRsacDGqY_vvSj1nO6z0V-w-qUM/s1600/12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-pWJFP5CbRTddnruFoncV0JeCqyM-Mj1uBRPc2AXb6ek4HcGWxCJzWf9mqDMRGpHHQCAy2hjnGBjatizBPnHmA14oEyjGu0eMMEDsIAozTLFz66T_VRsacDGqY_vvSj1nO6z0V-w-qUM/s400/12.jpg" width="282" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtQ1eE0cPjyrX8wHsTembBKaaRr7tEpTa4UuClgzNriJYMY8HpHqpymOiifh4PFhsSbw8moQXkWSjvmj0b7YEC9OZ87T1JdBA_0o1LYvJhJvahm7O1Gyi3JAnuPEzRE4E_X7_5ILeNZMw/s1600/012.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtQ1eE0cPjyrX8wHsTembBKaaRr7tEpTa4UuClgzNriJYMY8HpHqpymOiifh4PFhsSbw8moQXkWSjvmj0b7YEC9OZ87T1JdBA_0o1LYvJhJvahm7O1Gyi3JAnuPEzRE4E_X7_5ILeNZMw/s400/012.jpg" width="300" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-64731571408312209722016-01-21T12:26:00.001+01:002016-08-10T22:43:40.002+02:00Materia in mutamento - 11<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga2JiIPPzoJHBiT9FSHCT6qsYIbAn14S3cahT0jFIpfbWMskf_9uOCLj3Kdnjr4BUp1QboofMUIK4ySxrPpWe0IDJJHLldKgqyvf2rxKbb-rO72MlsZujRDXtCCzun9Is4vAr4dgPmbVw/s1600/11+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="528" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga2JiIPPzoJHBiT9FSHCT6qsYIbAn14S3cahT0jFIpfbWMskf_9uOCLj3Kdnjr4BUp1QboofMUIK4ySxrPpWe0IDJJHLldKgqyvf2rxKbb-rO72MlsZujRDXtCCzun9Is4vAr4dgPmbVw/s640/11+-+Copia.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 60x50</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Favoletta<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Ricomincio da capo. Ogni tela bianca è un’incognita
rispetto alla quale il bozzetto preparatorio, lo schizzo scabro o meticoloso
sulla carta, ha più il sapore di un atto scaramantico e propiziatorio che di
guida avveduta e capace. Il colore, l’impasto arriva a complicare tutto; dove
l’equilibrio sembrava facile ora prevale l’incerto, l’instabile. Con il colore
il peso dei volumi si altera, spinge in avanti uno e l’altro rimpicciolisce;
eppure le misure non cambiano. Ogni aggiunta di colore cambia il quadro
d’insieme. Incerto, instabile il quadro cerca il suo equilibrio formale, non dà
e non si dà pace finché non lo trova. Illuso, il pittore, pensa infine di aver
trovato, mentre ha solo assecondato.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNsM_orxrnGGS6_6RxWm5BQW_SuxphHS9llg5RAS2PONuiGoSbQCoQCe6MXD3BL45auSmKHDayT9sRah3CECC3b8mSHO-RpnlnbSJniCyYA4j9Hacfruz9ZfwH6nlUTvKehdNEsN2U5ys/s1600/11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNsM_orxrnGGS6_6RxWm5BQW_SuxphHS9llg5RAS2PONuiGoSbQCoQCe6MXD3BL45auSmKHDayT9sRah3CECC3b8mSHO-RpnlnbSJniCyYA4j9Hacfruz9ZfwH6nlUTvKehdNEsN2U5ys/s400/11.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD6XnOaDYBiELPZE7L6unHKzOO57co1UTvoJ4Wax03cf4WoNHq7lJJEUqMfnyvXeCb5pePQ-_wJYG54x7a2A6RKABkElzGOizy57en8rByAYt2QDxMVvpBQEpXz5pIY_JmB3X-x6RV-bA/s1600/030.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD6XnOaDYBiELPZE7L6unHKzOO57co1UTvoJ4Wax03cf4WoNHq7lJJEUqMfnyvXeCb5pePQ-_wJYG54x7a2A6RKABkElzGOizy57en8rByAYt2QDxMVvpBQEpXz5pIY_JmB3X-x6RV-bA/s400/030.jpg" width="400" /></a></div>
<br />Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-60851477846854135232016-01-10T11:46:00.000+01:002016-08-10T22:43:39.996+02:00Materia in mutamento - 10<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKeaw6ykaD012P3vy1t05Mb-lICTx7u6X0HAc0x8uG5wT1qms0nvjGTPYLQ7lUiTV72a83mGJB2YsU-XVzxYzhvsjb9maEEyGRxh2JkveKbggft3seCwpOC9yroVi3HxYoErh33riZD6o/s1600/10+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKeaw6ykaD012P3vy1t05Mb-lICTx7u6X0HAc0x8uG5wT1qms0nvjGTPYLQ7lUiTV72a83mGJB2YsU-XVzxYzhvsjb9maEEyGRxh2JkveKbggft3seCwpOC9yroVi3HxYoErh33riZD6o/s640/10+-+Copia.jpg" width="502" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 40x50</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Materia, materia che muta. Trasmutare la materia in
altra materia di segno opposto; non più materia domata per usi e consumi reali,
funzionali, asserviti ai bisogni concreti, ma materia trasformata per servire
stati di illusione; rendere possibili attive immaginazioni. Il sogno alchemico,
nella sua essenza, appartiene al fare artistico. L’oro alchemico è la
possibilità di produrre continuamente ciò che non serve, ciò che non è utile. È
l’oro della dispersione. Il valore dell’arte è, forse proprio, nella dispersione
del valore.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGh25MPeHkXr7SIFo5gNltmFpZOjsf5RPH04J90PBgtslER1PSXhzuTEXG3YBC2E6P9VW1c41270pJPXvlKIURFD5W8PQKdkbqm2McivsNa78xVJlalo6qC-GBxei1ktXA2wjrU57iV5k/s1600/A4+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGh25MPeHkXr7SIFo5gNltmFpZOjsf5RPH04J90PBgtslER1PSXhzuTEXG3YBC2E6P9VW1c41270pJPXvlKIURFD5W8PQKdkbqm2McivsNa78xVJlalo6qC-GBxei1ktXA2wjrU57iV5k/s400/A4+-+Copia.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqsHf2QVNSOZhQRsEzJhShr9AKsSIxTdT_fSk88-_sqAdQiMawKsovf5uOsHIHQW1E1FjaGAcXBR_aMdCSiqGnGzlga-wS0x0L0SEykZWweBkW5tJVxwZw1rowygWodfQo742xX1XS0-A/s1600/021.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqsHf2QVNSOZhQRsEzJhShr9AKsSIxTdT_fSk88-_sqAdQiMawKsovf5uOsHIHQW1E1FjaGAcXBR_aMdCSiqGnGzlga-wS0x0L0SEykZWweBkW5tJVxwZw1rowygWodfQo742xX1XS0-A/s400/021.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-56733477384222179272015-12-11T11:13:00.002+01:002016-08-10T22:43:39.986+02:00Materia in mutamento - 9<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVtHInOKNjat4_D6HKp2ET_CDopsMIhTZsjyvMP3irPnxs3mB26mklAzEyAkeus0xu4atWQkryxYA0Mx-8w0vMdAeHqHA_YTokUpJMOOk7CZzxs_5v6DLnsjLmAvDCpSx8VOFFpUvzDJA/s1600/9+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="593" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVtHInOKNjat4_D6HKp2ET_CDopsMIhTZsjyvMP3irPnxs3mB26mklAzEyAkeus0xu4atWQkryxYA0Mx-8w0vMdAeHqHA_YTokUpJMOOk7CZzxs_5v6DLnsjLmAvDCpSx8VOFFpUvzDJA/s640/9+-+Copia.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 60x60</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal">
<i><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">“Perché
Foucault, in tutta la sua opera, sente il bisogno di descrivere quadri? Che
cos’è un quadro per lui? Prima di essere un insieme di linee e di colori, è un
regime di luce. Che cosa significa un quadro? Un raggruppamento di luce.” </span></i><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Gilles
Deleuze, Il sapere. Corso su Michel Foucault.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Molto più semplicemente, la luce alle volte, entra
furtiva e illumina una soluzione.</span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIaFFRwAr1oFV2nqoG6uZtJavbBe1vBvIYF1doXAfLk5pRxpPQ87i5AwSABSPxkUorWlbWQ7L3oedFFY42XgH23vL2G7aNTBTCLfHpIWyEOI-HxfT3t0S1d0kzAWbey73RQcsDr6wlEn4/s1600/040.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIaFFRwAr1oFV2nqoG6uZtJavbBe1vBvIYF1doXAfLk5pRxpPQ87i5AwSABSPxkUorWlbWQ7L3oedFFY42XgH23vL2G7aNTBTCLfHpIWyEOI-HxfT3t0S1d0kzAWbey73RQcsDr6wlEn4/s400/040.jpg" width="300" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1cwz6cNFe7gN1hS980zRBxJhPWQKJ0MeDNoB3lsolLmeI2Gyx5jLZE0aykF3ai8uVYqwu0VB_FExIY8_a8GsQcEyflblIdmUZZ0QWrrikhUCwmNlr2RyLYokfErcsVpX3MYi6w96TjSU/s1600/9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1cwz6cNFe7gN1hS980zRBxJhPWQKJ0MeDNoB3lsolLmeI2Gyx5jLZE0aykF3ai8uVYqwu0VB_FExIY8_a8GsQcEyflblIdmUZZ0QWrrikhUCwmNlr2RyLYokfErcsVpX3MYi6w96TjSU/s400/9.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK9zzoqueM6eTzA0FpoHldJNx_GuTj6ul9O9QSYXp3n3r5g6cRHSV2RkwTIcBA79GWsv2zE6El3qg7bvVSV168OyB3JtbezDuM9hQmLQbf3ZKsrMjv_V-MQ5hydyKLhyBzlbJP1CThEOk/s1600/012.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK9zzoqueM6eTzA0FpoHldJNx_GuTj6ul9O9QSYXp3n3r5g6cRHSV2RkwTIcBA79GWsv2zE6El3qg7bvVSV168OyB3JtbezDuM9hQmLQbf3ZKsrMjv_V-MQ5hydyKLhyBzlbJP1CThEOk/s640/012.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><b>Prossimo appuntamento il 10 gennaio 2016: Materia in mutamento - 10</b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-49266646602262651692015-11-30T10:27:00.000+01:002016-08-10T22:43:39.971+02:00Materia in mutamento - 8<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc-9b56_BoSFGjIRBuV_10venLvyjji9G-Q9s-HnTRQad76vk0OXDs4bZtNfYRl61DqJPX1Xc2OB9MY0GPJ3GH92IykWl8XNDe2g6pYmkG-EvnTT-rmUn_2NM5xgGzc0OdMD82MFoPUX0/s1600/8+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc-9b56_BoSFGjIRBuV_10venLvyjji9G-Q9s-HnTRQad76vk0OXDs4bZtNfYRl61DqJPX1Xc2OB9MY0GPJ3GH92IykWl8XNDe2g6pYmkG-EvnTT-rmUn_2NM5xgGzc0OdMD82MFoPUX0/s640/8+-+Copia.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela - cm. 35x50</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Per riannodare i fili di un discorso sfilacciato
possiamo cominciare a precisare alcune parole chiave che ci aiutino a rendere
più comprensibili le problematiche fin qui poste. La prima è la parola
distanza.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">DISTANZA: come già detto in altro intervento <a href="http://marisa-bello.blogspot.it/2015/10/materia-in-mutamento-5.html">(qui)</a> nella pratica del dipingere si può intravedere l’aspirazione ad essere capacità
di distanziazione dalle cose, dalla realtà, dal mondo e quindi di creazione di
libertà e di possibilità. Come scrive Aby Warburg <i>“Introdurre consapevolmente una distanza tra l’Io e il mondo esterno è
ciò che possiamo senza dubbio designare come l’atto fondatore della civiltà
umana; se lo spazio così aperto diviene substrato di una creazione artistica,
allora la consapevolezza della distanza può dar luogo a una duratura funzione
sociale, la cui adeguatezza o il cui fallimento come mezzo di orientamento
intellettuale equivalgono appunto al destino della cultura umana.” </i>Se questo
è vero allora il dipingere può essere considerato come atto rituale che
perpetua quel primigenio atto fondatore della civiltà. Un rito che si prefigura
come progetto consapevole del nostro precluderci all’intimità col mondo, con la
cosiddetta natura. Al contrario di quanto spesso si pensa, non empatia, fusione,
ma all’opposto, arte come opera di disincanto, di straniamento, nel senso di
renderci le cose estranee, meno familiari. Riprendere ciò che si vede non per
avvicinarlo ma per frapporre tra noi e questo quel qualcosa che ce lo
distanzia, allontana, rende irraggiungibile. Ed è qui che possiamo inanellare
un’altra parola chiave al nostro discorso, il termine VALORE, inteso come
valore dell’arte. Quella cosa a cui così spesso ci si richiama e che muove
masse di persone a fare la fila per ammirare un’unica opera che si vuole
ricoperta di aura sacrale. Nel congiungere questo valore con un che di sacro
sorge l’equivoco, l’inganno di poter accedere a qualcosa di oltreumano, a un
luogo che si pone al di là della storia, a cui noi possiamo sperare di accedere
appunto attraverso l’arte. Ma il valore
artistico sta invece proprio nel rendere operabili spazi di realtà che
divengono edificabili con le nostre immagini. È un operare, quello artistico,
che tende a delocalizzare il sacro da ciò che si vede, da ciò che sta di fronte
a noi, oltre i confini dell’operabile per rimanere a noi invisibile e
indicibile. Ed è per questo che l’arte
non può morire; possono essere distrutti i singoli manufatti ma è la sua
storica necessità che la fa sopravvivere, coniugandosi con le varie forme che
il procedere umano le conferisce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAOLfZg6srEWC88V-IeXpNxu487pTIx23O7ecEX39RqmHzInMtbcBXlVQzZ0WLL6dgwN21F1ebiksSnZw8XT8aA36fDhRbCcXyZ1n-c47uNC1TaHM9KdY8_PHz7zyVr-oPak3SOq3FJW8/s1600/001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAOLfZg6srEWC88V-IeXpNxu487pTIx23O7ecEX39RqmHzInMtbcBXlVQzZ0WLL6dgwN21F1ebiksSnZw8XT8aA36fDhRbCcXyZ1n-c47uNC1TaHM9KdY8_PHz7zyVr-oPak3SOq3FJW8/s640/001.jpg" width="409" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-9868286074378120932015-11-20T11:05:00.001+01:002016-08-10T22:43:40.035+02:00Materia in mutamento - 7<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAusHZp8XpGnL2C8JcR_7lbIBpzOPofJkRS431SNfJauGa2DLms7SpU9Z5ebzMUpiy_SMSqOAiVKxkCZW949iBBV_zfUWXvNsUSrMT-Zd6OCGLIhpYhPCbIXVXPiCzM6Txt6gMM3_JQv8/s1600/7+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAusHZp8XpGnL2C8JcR_7lbIBpzOPofJkRS431SNfJauGa2DLms7SpU9Z5ebzMUpiy_SMSqOAiVKxkCZW949iBBV_zfUWXvNsUSrMT-Zd6OCGLIhpYhPCbIXVXPiCzM6Txt6gMM3_JQv8/s640/7+-+Copia.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 30x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Tutto è già stato detto, tutto è già stato fatto.
Allora creare significa necessariamente rubare e quindi dove si può trovare il
significato di ciò che si produce? Forse in un’inaccessibile origine o in una
verità che si suppone annidata internamente, in un’essenza? Nel </span><i style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Rumore sottile della prosa</i><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> Giorgio
Manganelli annota che: </span><i style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Probabilmente
scrivere è il modo di frodare che tiene chi è nato ladruncolo o truffatore, ma
non ha abbastanza coraggio per delinquere su vasta scala”. </i><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Anche chi
produce immagini è un ladruncolo. Anche chi copia nel modo più meticoloso la
realtà, la defrauda, mettendone in crisi lo statuto di verità. Non si copia mai
l’esterno ma solo quello che si proietta dentro di noi, l’ombra della realtà.
Ma questa immagine interiore non è quello che sta sotto le cose, bensì è quello
che si trova in superficie. La tesi di Manganelli, alla quale mi sento di
aderire, è che la vita è tutta in superficie, solo che questa è infinita e
inesauribile. Creare vuol dire percorrere questa superfice, vuol dire creare
vita. Nulla di più nulla di meno.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnc8YEIF3GbmD4M3y8c2M3EpjwpJ_vZcXyhdAX3xpDaZ2kKmau2fCQSm5DwSDZRq6CRB_CxLWs2VpC0tIyCVaVNojymxaXdYG1KlP3UgfTR2iWCAOas7h88kGyW87cgEGFg1oPcZYk14I/s1600/030.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnc8YEIF3GbmD4M3y8c2M3EpjwpJ_vZcXyhdAX3xpDaZ2kKmau2fCQSm5DwSDZRq6CRB_CxLWs2VpC0tIyCVaVNojymxaXdYG1KlP3UgfTR2iWCAOas7h88kGyW87cgEGFg1oPcZYk14I/s400/030.jpg" width="316" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9MFR5NkETQVoT0qDR12MRuycSNDlf6YJPmjua23RuQe8tDZVKNvug1mvHTOrGvqgJoje-m1YdKztDbqm4SNFT9jx3j7xRyPBT_-PW13dd3ic0K3MYpk4pxe8vrqP8Cu8wp_9nCBFWhgQ/s1600/7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9MFR5NkETQVoT0qDR12MRuycSNDlf6YJPmjua23RuQe8tDZVKNvug1mvHTOrGvqgJoje-m1YdKztDbqm4SNFT9jx3j7xRyPBT_-PW13dd3ic0K3MYpk4pxe8vrqP8Cu8wp_9nCBFWhgQ/s400/7.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-58220232161022735172015-11-10T09:43:00.000+01:002016-08-10T22:43:39.991+02:00Materia in mutamento - 6<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPtbwXOypnqER1cuUeMDW299dJRRL6n367DuE9cgaS_8Zg78i6pfiaYqF7FiERfwDKnaS_EUBt4HRCnJyxlFlVYRXBe842g8-QXEEcJ76RkqZ17rbsyrr-JJPs3WobyXeGQ6lnqiQg3X0/s1600/6+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPtbwXOypnqER1cuUeMDW299dJRRL6n367DuE9cgaS_8Zg78i6pfiaYqF7FiERfwDKnaS_EUBt4HRCnJyxlFlVYRXBe842g8-QXEEcJ76RkqZ17rbsyrr-JJPs3WobyXeGQ6lnqiQg3X0/s640/6+-+Copia.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 40x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Materia in mutamento. Riprendiamo il filo di questi
discorsi in libertà all’ombra di una mostra pittorica seguita nel suo farsi.
Non critica delle opere, altra persona più competente la farà, ma tentativo
di problematizzazione di un fare
artistico, il dipingere, che nonostante sembri messo in crisi dall’avverarsi di
nuove tecnologie di riproduzione sempre più sofisticate, non sembra decidersi a
voler scomparire. Sono gli ultimi bagliori di una manualità ormai di fatto
superata o nella pervicace resistenza di questa tecnica (perché sempre di
tecnica si tratta) si può forse scorgere il legame profondo tra corpo e mondo
nella storia dell’umano agire? Immaginario dell’artista (ma anche di qualunque
artefice di immagini) e autonomia dell’immagine prodotta. Significato recondito
di un’immagine o pluralità di significati possibili. Necessità delle immagini
in un mondo che ne è vieppiù saturo. Temi su cui forse è necessario riflettere,
soprattutto in un mondo in cui di parole come arte, cultura, creatività, si è più
che abusato. Seguendo il percorso per immagini di Marisa Bello, nella
concretezza di un fare, queste domande possono forse trovare il coraggio di non
vergognarsi e di reclamare il diritto, financo la necessità dell’interrogarsi
sul perché facciamo le cose che facciamo. Perché queste e non altre; se non più
facili se mai più originali, più nuove, al passo coi tempi. Forse perché, come
scriveva Henry Corbin, “camminare al passo con i tempi” è “un’espressione non
soltanto triviale ma traviante, perché
invita non già ad aderire al tempo cui davvero si appartiene, ma a perdersi nel
tempo di tutti.”?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigyHeOfnKD46qBYhtEdmUsmGNUFsXHQOkptv0r8BEFf1lKYIglGNTobfYimEn_YWE6jjKYCzuvlnNctAa5KNP-1I8uRlk4FGR6P1EtdymQZyQKqrDimU41jqlvNEM89rhkzP0Y5EZyRmQ/s1600/6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigyHeOfnKD46qBYhtEdmUsmGNUFsXHQOkptv0r8BEFf1lKYIglGNTobfYimEn_YWE6jjKYCzuvlnNctAa5KNP-1I8uRlk4FGR6P1EtdymQZyQKqrDimU41jqlvNEM89rhkzP0Y5EZyRmQ/s400/6.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihWfUyOCCPhyphenhypheniPVH0ZyTX1ZuQmBVJon_MstyfxSpfzuV5FrPCibaOioYbmUOdnSjMpAyUM_V_59Eg9Z-pxCetd8tqOV0r2E9SCvNUs9wpsgQaY-lqTqLu9vnO64OvygfxVdl95oJbTAdE/s1600/011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="147" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihWfUyOCCPhyphenhypheniPVH0ZyTX1ZuQmBVJon_MstyfxSpfzuV5FrPCibaOioYbmUOdnSjMpAyUM_V_59Eg9Z-pxCetd8tqOV0r2E9SCvNUs9wpsgQaY-lqTqLu9vnO64OvygfxVdl95oJbTAdE/s400/011.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-3285264786249928762015-10-30T11:02:00.000+01:002016-08-10T22:43:39.961+02:00Materia in mutamento - 5<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidnWRAS4fFBiezQqQeCQfeT3teGI7-nR4J_iolrV3lTr94RIuyodnY6tfHgeVgrcUf3Cn_INUlb5PVhZ84FXyRwkUiKodnx9-mVA2D1TvZfKQAh0pn2aUbiGRgEk6FyCmyWHvh6O9p9pQ/s1600/5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidnWRAS4fFBiezQqQeCQfeT3teGI7-nR4J_iolrV3lTr94RIuyodnY6tfHgeVgrcUf3Cn_INUlb5PVhZ84FXyRwkUiKodnx9-mVA2D1TvZfKQAh0pn2aUbiGRgEk6FyCmyWHvh6O9p9pQ/s640/5.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Pensare per immagini. Idea strana e sconcertante,
eppure viziati dalle parole e dall’idea che abbiamo delle parole, non riusciamo
a vedere quanto siamo immersi in un
mondo in cui le immagini, e cioè le idee che ci facciamo delle cose che
vediamo, siano determinanti e decisive per il nostro vivere quotidiano. Il
dipingere, nel suo bilicare tra pretesa di proiettarsi verso l’ineffabile, il
sacro, e una più prosaica ricerca estetica, di buon gusto, diciamo, perde di
vista la sua più vera aspirazione, quella di essere capacità di distanziazione
dalle cose, dalla realtà, dal mondo e quindi di creazione di libertà, di
possibile. Pensare per immagini è pensare il caos, l’indistinto e dargli una
forma; mai certa, non definita una volta per tutte ma potenzialmente pensabile
e quindi usabile. Se è vero, come dice Rudolf Arnheim, che l’atto osservativo è
già di per sé organizzare nella mente la cosa percepita, allora pensare per
immagini e tradurre in opera visiva è infine rito propiziatorio indispensabile
per fronteggiare il rischio dell’abulia algoritmica di un mondo sempre più
riducibile a una complicatissima macchina celibe.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKKvHB957_2zC9eIQIS85wdeNIPsHHb06WR4tKv-gDelitJZEZr-uVj8NGR6lWWhI5I7O5fbeNg4ydwfr7bxYcY3g_FruYoMkdkKTWAa5nocMYmROtwVYDDhh_FWfW21P47Wn1u1iHsyM/s1600/5d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="251" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKKvHB957_2zC9eIQIS85wdeNIPsHHb06WR4tKv-gDelitJZEZr-uVj8NGR6lWWhI5I7O5fbeNg4ydwfr7bxYcY3g_FruYoMkdkKTWAa5nocMYmROtwVYDDhh_FWfW21P47Wn1u1iHsyM/s400/5d.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMp1koZPhu0pmlky55MhW1MR9_gTK9SnJ7wugFB3Uy1osLMfulIXspvQm9w4KAaHK9dXcmuz_dfkS8BYzNHwVMQyFyxom-xFHjix5-dDUms0pCvRXvNLiRXQieYBXNXRrD_pUc20-XW54/s1600/031+-+Copia.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMp1koZPhu0pmlky55MhW1MR9_gTK9SnJ7wugFB3Uy1osLMfulIXspvQm9w4KAaHK9dXcmuz_dfkS8BYzNHwVMQyFyxom-xFHjix5-dDUms0pCvRXvNLiRXQieYBXNXRrD_pUc20-XW54/s400/031+-+Copia.JPG" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<br />Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-56024615990505438602015-10-20T10:26:00.003+02:002016-08-10T22:43:39.976+02:00Materia in mutamento - 4<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK0Y0jVZZrSERa9B4HixlVL69upK6aO5Q8wyNDTEG_tVDhx2EaGktsvK7409hM_UhevMdlhHz-FzdQWLvsPaE4QgCoMf7RqVpFzqAo5qsFz0u9Z1cwDyWs2e5iRmtGGDZHgLmOvmCySN4/s1600/004.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK0Y0jVZZrSERa9B4HixlVL69upK6aO5Q8wyNDTEG_tVDhx2EaGktsvK7409hM_UhevMdlhHz-FzdQWLvsPaE4QgCoMf7RqVpFzqAo5qsFz0u9Z1cwDyWs2e5iRmtGGDZHgLmOvmCySN4/s640/004.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Una casa in un paesaggio biancastro (di neve?)
attraversata da dense righe bluastre che si increspano, si gonfiano per
contenere strane sagome di animali, forse fossili. Sempre più la rarefazione
della figura sembra far arretrare il tempo verso… non tanto un’origine “come
erano le cose”, quanto piuttosto “come si vedevano le cose”. Uno sguardo che
cerca, grazie alla lucida trance del dipingere, di far emergere quella <i>logica emozionale </i>sempre più precaria in
un mondo dominato dalla logica dell’algoritmo, come il nostro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLAPU4rtsv-hQBETfxDbZw4pDuY6S4F7Sx-uxwQapBboltH86QQI8EWiUGUWxSIstLcXWCZevhE4rODj_ThbjS0GAgD4X_orkkMMzmeDSsqZuEfWnxTMMbjy7ryEdmxfEMvikYoL-t_AA/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLAPU4rtsv-hQBETfxDbZw4pDuY6S4F7Sx-uxwQapBboltH86QQI8EWiUGUWxSIstLcXWCZevhE4rODj_ThbjS0GAgD4X_orkkMMzmeDSsqZuEfWnxTMMbjy7ryEdmxfEMvikYoL-t_AA/s640/4.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> olio su tela cm. 50x50</span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: x-small; line-height: 115%;"><b>Prossimo post venerdì 30 ottobre 2015</b></span></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-69529030100930906632015-10-10T10:35:00.000+02:002016-08-10T22:43:40.019+02:00Materia in mutamento - 3<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhblmIdX_vxRXiIXvc5g3TbXZQA87vCGb7vPNCZAcBTlsY9j8ahLuUjf0GaqWHbQeIgPOxCAF7mRVzCESiP4LlqJu3Lo6Q6GrB4UyqSuMKXNCC7hVG59H3tyO6clJmGE-9kcA2io0zCNMo/s1600/015+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="129" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhblmIdX_vxRXiIXvc5g3TbXZQA87vCGb7vPNCZAcBTlsY9j8ahLuUjf0GaqWHbQeIgPOxCAF7mRVzCESiP4LlqJu3Lo6Q6GrB4UyqSuMKXNCC7hVG59H3tyO6clJmGE-9kcA2io0zCNMo/s640/015+%25282%2529.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Abbiamo ancora bisogno di immagini? In un mondo che
ne è saturo ha senso ancora produrne di nuove? Perché porsi di fronte a un
cavalletto con una tela bianca e tentare di riprodurre qualcosa che sta di
fronte a noi come nell’atto di sfidarci? Una sfida a riprodurlo tale e quale,
in una sorta di rito di appropriazione, o di interpretarlo, di significarlo per
meglio consumarlo. Tutto questo sembra oggi, in una civiltà altamente
tecnologizzata, venir meno come bisogno. Tutto si può riprodurre con estrema
facilità, potendo poi decostruire per ricomporre secondo nostri nuovi desiderata. Eppure si continua a
dipingere! Con motivazioni semplici coniugate alle modeste pretese del
cosiddetto tempo libero(residuo ideologico di un’era in gran parte tramontata)
o con le periture rivendicazioni di un’arte che si vorrebbe ancora eterna e
astorica. No. Non è qui che vanno cercate le ragioni profonde di questa sfida
che non vuole cessare, nonostante tutto, di essere giocata. Se il lavoro
mentale del processo artistico non può giovarsi esclusivamente dell’apparato
tecnologico è perché l’esperienza che esso produce non è mai puramente mentale
ma è legata indissolubilmente a un’esperienza corporea. Il gesto che disegna,
che incide, scolpisce, è fatto da una mano che fa parte di un corpo che produce
una sensazione che si costituisce come una memoria, come un vissuto del corpo
stesso. Se il termine linguaggio visivo è inappropriato (se non come metafora)
è anche, se non in gran parte, per questo suo essere esperienza corporea. Grumi
di colore, possono sembrare case, in grosse pennellate di verde erboso. È
simbolo di qualcosa? È tentativo di riprodurre una visione? Tutto quel che si
vuole, ma una cosa è certa: è innanzitutto un fare del nostro corpo,
un’esperienza che si ricollega ad analoghe esperienze di 30 mila anni fa,
quando l’uomo esperiva per la prima volta l’esigenza di rivivere con delle
immagini quello che il corpo percepiva, sentiva in un mondo in cui gli eventi
accadevano sempre più al di fuori dell’alveo protetto della natura, unitamente
all’esigenza di articolare i primi suoni in forma di parole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg94jO1wuWwcnleQhGFiojSCzNwa1pI0dZ6CirbvZlVa_H0GGPMka5dhcKGZGQgwjbbkyK7UU-nKO1MUEURtmXX8JC1AnU5VXM0cfUoIQBfWyqGo9nWeBofns25KtUG7Fui5AMWbyJz-6k/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg94jO1wuWwcnleQhGFiojSCzNwa1pI0dZ6CirbvZlVa_H0GGPMka5dhcKGZGQgwjbbkyK7UU-nKO1MUEURtmXX8JC1AnU5VXM0cfUoIQBfWyqGo9nWeBofns25KtUG7Fui5AMWbyJz-6k/s640/3.jpg" width="480" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
olio su tela cm. 40 x 60</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: x-small;"><b>Prossimo appuntamento martedì 20 ottobre </b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-67110857325989469582015-09-30T09:55:00.000+02:002016-08-10T22:43:40.006+02:00Materia in mutamento - 2<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUiQUWJmrna_bn8A46ZiLiX00H1ZxAFTIQ4IVOtUcVeG8WdV84huH5ol48zh18rm4V_gEYnz_XUiEt_FP7DVujjAMS_61R0hdp8FgWjdRyJPfHzruW0Xojluvq8TcNuJKWYkjq1oLrG9M/s1600/001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="112" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUiQUWJmrna_bn8A46ZiLiX00H1ZxAFTIQ4IVOtUcVeG8WdV84huH5ol48zh18rm4V_gEYnz_XUiEt_FP7DVujjAMS_61R0hdp8FgWjdRyJPfHzruW0Xojluvq8TcNuJKWYkjq1oLrG9M/s640/001.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Che cosa significa? Cosa vuol dire? Non sono un
esperto, mi puoi spiegare questo quadro? Qualcosa si è distrutto, si è lacerato
nel rapporto tra chi guarda un’opera visiva e l’opera stessa. Il fruitore ha
bisogno di essere accompagnato per mano, di essere edotto sul significato
dell’immagine. L’immagine non parla più con chi la vede ma deve passare per il
medium di un esperto, di un mediatore culturale, che la spiega, la rende
decifrabile e soprattutto ne garantisce l’aura di artisticità. Paradosso di una
civiltà delle immagini che nega la propria evidenza, il significato trasparente
che sta alla portata di tutti. Sempre più acquisire la sacra ignoranza di una
visione non mediata, che sappia generare quelle emozioni che interrogando il
nostro vissuto esperienziale ci rendono capaci di empatia, è diventata
un’impresa difficile e forse anche mal vista. Trovare il significato è
l’ossessione della nostra contemporaneità e le immagini non sfuggono a questo
diktat. Seguiamo la materia che muta di Marisa, ancora in questa seconda opera,
con una possibile allusione a un significato recondito; delle scale porteranno
pure da qualche parte… ma è solo una scenografia, un’illusione per imparare a
perderci nell’assenza di significato e per ritrovarsi poi di nuovo di fronte a
una pluralità di significati possibili. La ricchezza della vita.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu2xhKksfopKQi41HciApEIW9GIHySPS3SSyA8F_qFM0TMsOmBWmP4aC071omWQ9PtZ5yuKDk4W0GC2Wo1_QbSeXNQf2cenO1-Ay-m_rdm9yV5tyr5L2thjagqg1SXlo0bq2Zbv3RHH7Q/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu2xhKksfopKQi41HciApEIW9GIHySPS3SSyA8F_qFM0TMsOmBWmP4aC071omWQ9PtZ5yuKDk4W0GC2Wo1_QbSeXNQf2cenO1-Ay-m_rdm9yV5tyr5L2thjagqg1SXlo0bq2Zbv3RHH7Q/s640/2.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela - cm. 70x40</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-75595098726088368272015-09-20T10:24:00.000+02:002016-08-10T22:43:11.161+02:00Materia in mutamento - 1<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5bzYQkUGViMF_Tp5PmJRKII9rU7rOoc_ZYGWiGyEs13z3k4-fRC7iC5C97IZ7YyLgBc_c_JsVtfqhBST2ejzsMgnaFCk6Bv2dC2qZjCsq5VFimvwA5w3KsdI99TxNDWfU6gzSidtRzlA/s1600/A4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="116" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5bzYQkUGViMF_Tp5PmJRKII9rU7rOoc_ZYGWiGyEs13z3k4-fRC7iC5C97IZ7YyLgBc_c_JsVtfqhBST2ejzsMgnaFCk6Bv2dC2qZjCsq5VFimvwA5w3KsdI99TxNDWfU6gzSidtRzlA/s640/A4.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Perché <i>Materia
in mutamento</i>? Cosa c’entra l’immagine con la materia? Certo, un quadro è
composto da materia, i pigmenti sono materici e possono essere stesi con più o
meno abbondanza. Ma l’immagine finita, per quanto materica, tende ad essere
percepita nella sua bidimensionalità, nel suo aderire e mimetizzarsi in una
superficie. Tanto più che una volta composta l’immagine, il possibile
mutamento, il suo farsi, cessa. Eppure quello che si vuole evidenziare qui, in
questo titolo, è forse proprio l’opposto; è che la materia, una volta definita,
agglutinata in un’immagine, proprio allora inizia a trasformarsi, a mutare. A
intraprendere un cammino evolutivo che tende a configurarsi come un linguaggio,
alternativo e affatto diverso da quello verbale, ma non per questo meno ricco
di potenzialità performative.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuvDnqS_8mb79k-0ctyhXUqE3hXTztxb0NsjhD_1OIjyfMmEtb7aFfJd-q_VXtCW238sir79wZYlf48urnCt1QeGu4XdlpzKbGe1N34cvEpD1p1pYz61zwljwTZqZDZN58tT-1U_hunhM/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuvDnqS_8mb79k-0ctyhXUqE3hXTztxb0NsjhD_1OIjyfMmEtb7aFfJd-q_VXtCW238sir79wZYlf48urnCt1QeGu4XdlpzKbGe1N34cvEpD1p1pYz61zwljwTZqZDZN58tT-1U_hunhM/s640/1.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">olio su tela - cm. 50x60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<br />
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<span style="font-size: x-small;"><b>Prossimo appuntamento: mercoledì 30 settembre</b></span></div>
Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-20357971045486759182015-08-20T11:05:00.000+02:002015-08-20T11:05:50.829+02:00Marisa Bello: prossima mostra aprile 2016<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGqExQh7KLpvF0ikfAp1JBJfY7UidVrYnjBqd_md6ua0rcind3GC4wc1kIvx8taqoQAVP2m0oHamTr8ydmL81q9TtDiRVy_6dKqDPGwPfsJ25tX6Op0g7c3mXwjPWWzin6f9LI2tOD8j4/s1600/019.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGqExQh7KLpvF0ikfAp1JBJfY7UidVrYnjBqd_md6ua0rcind3GC4wc1kIvx8taqoQAVP2m0oHamTr8ydmL81q9TtDiRVy_6dKqDPGwPfsJ25tX6Op0g7c3mXwjPWWzin6f9LI2tOD8j4/s640/019.jpg" width="640" /></a></div>
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Dal 20 settembre ogni 10 giorni un nuovo post seguirà il work in progress della prossima mostra di Marisa Bello che si terrà alla Galleria degli Artisti di Milano (via Nirone, 1) nell'aprile del 2016.Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6172826341654540453.post-17407622059680203792015-05-03T11:27:00.000+02:002015-05-03T11:27:11.738+02:00Dante Alighieri 750° anniversario della nascita<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1hOqaGEYAkRoM3m2HJNC7nVdeWcndJ3CMd4ZfTtgC2_jAetIUOnvpx3WRyX2Zjhh_te4av24ghrjUWlEtQvwkjWumrAeMwGAwATKnIAUizXereHtGPswVPmksNcIsok2rib7suzk4l5M/s1600/(201)%2Bolio%2Bsu%2Btavola%2B-%2BX.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1hOqaGEYAkRoM3m2HJNC7nVdeWcndJ3CMd4ZfTtgC2_jAetIUOnvpx3WRyX2Zjhh_te4av24ghrjUWlEtQvwkjWumrAeMwGAwATKnIAUizXereHtGPswVPmksNcIsok2rib7suzk4l5M/s1600/(201)%2Bolio%2Bsu%2Btavola%2B-%2BX.jpg" height="400" width="328" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Inferno - olio su tavola</td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO8zVSS9VK6khoxHKR0iE_N4qoIjxk8-dxmkYSdHZjYSOVY9cX9WSY3e-mMehSHi1zmSXmyVTcZtwaRaUPbi4SZFlhejlIldBxP5XBKfcfSroekcrVFWCZG0gMQCS-Bq1PGX1arbe1o-U/s1600/(202)%2Bolio%2Bsu%2Btavola%2B-%2BX.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO8zVSS9VK6khoxHKR0iE_N4qoIjxk8-dxmkYSdHZjYSOVY9cX9WSY3e-mMehSHi1zmSXmyVTcZtwaRaUPbi4SZFlhejlIldBxP5XBKfcfSroekcrVFWCZG0gMQCS-Bq1PGX1arbe1o-U/s1600/(202)%2Bolio%2Bsu%2Btavola%2B-%2BX.jpg" height="400" width="306" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Purgatorio - olio su tavola</td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgenYkroyyyJI-Ovx2SE1BurRtAlGcmeSVXIcqCr3_eOzdvQDQJbpuxPyi2LIk7zNS5GFvGhrQZXxnbOj24PxiH2PE8szSFZWrbZgzdWgRfjfdDjLmW2y9LPmxs6aqCu6oJ8I2u18QSa-U/s1600/(203)%2Bolio%2Bsu%2Btavola%2B-%2BX.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgenYkroyyyJI-Ovx2SE1BurRtAlGcmeSVXIcqCr3_eOzdvQDQJbpuxPyi2LIk7zNS5GFvGhrQZXxnbOj24PxiH2PE8szSFZWrbZgzdWgRfjfdDjLmW2y9LPmxs6aqCu6oJ8I2u18QSa-U/s1600/(203)%2Bolio%2Bsu%2Btavola%2B-%2BX.jpg" height="216" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paradiso - olio su tavola</td></tr>
</tbody></table>
<br />Giuliano Spagnulhttp://www.blogger.com/profile/17363539847543924336noreply@blogger.com0