Anch’io, come tanti altri, ho fatto parte per alcuni degli
anni 1970 della Mensa Bambini Proletari di Napoli; consigliata da Goffredo
Fofi, a cui avevo parlato dell’esigenza di dilatare la mia esperienza teatrale,
di assumere maggiore impegno politico e rapportarmi più direttamente al
sociale. Quante esperienze! Tanti ricordi… i gruppi di studio e discussione che
si organizzavano tra noi su tutte le esperienze che si aprivano in quegli anni
in Italia: il teatro che si sfaldava e nasceva l’animazione, le aperture al
territorio, la scuola con M.C.E. che sperimentava, la scoperta di Walter
Benjamin e Asja Lacis col loro lavoro sul teatro proletario per ragazzi, noi
che venivamo chiamati come “esperti” alla conduzione del nostro primo seminario
per animatori nelle carceri minorili di Eboli e tanto, tanto altro. Ma un
ricordo tra tutti brilla come un diamante. Il primo incontro coi ragazzi della
Mensa. Avevano allestito con Peppe Carini, nel giardino, un piccolo
palcoscenico e provavano un testo scritto da loro, e io dovevo dare qualche
consiglio di regia e recitazione. Uno dei ragazzi era più curioso ed attento
degli altri, si chiama Antonio Vallefiorita. Legammo subito; lo spettacolo andò
in scena insieme ad un altro di Carlo Cecchi e fu una grande festa. Io lasciai
il teatro e mi dedicai a tempo pieno alla Mensa Bambini Proletari, Antonio era
sempre più attento e responsabile e superato il quattordicesimo anno di età
rimase a lavorare come animatore alla Mensa. Era il primo vero successo. Sul
piano personale siamo rimasti molto amici e a distanza di tempo oggi ci vediamo
ancora con molta gioia.
Carnevale in città con i ragazzi della Mensa
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