domenica 15 giugno 2014

Ultima mostra


Prossima mostra: Noi non camminiamo mai soli 
con Giuliano Spagnul alla Libreria Isola di Milano dal 28 maggio al 28 giugno 2015 



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Marisa Bello è entrata da bambina all'istituto Statale d'Arte di Bari frequentando i corsi inferiori e superiori con vecchi maestri quali: Spizzico, La Fortezza,
De Robertis, Bibbò; artisti che del rapporto tra tradizione e innovazione facevano il perno del loro insegnamento. Sempre giovanissima entra a far parte del gruppo
di pittori "l tredici alla scoperta della Puglia antica" (qui) che con modalità innovative per I'epoca curavano allestimenti ed esposizioni nei luoghi del patrimonio storico culturale della regione, come ad esempio le grotte di Castellana e centri storici di paesi non ancora scoperti dal turismo. All'età di sedici anni è a Napoli
all'Accademia di Belle Arti nel corso di Scenografia. Partecipa attivamente alle tensioni politico culturali legate ai movimenti del '68 e inizia a occuparsi di teatro
sperimentale. Dopo aver conseguito il titolo di scenografa entra nel teatro Esse e nel '73 fonda insieme agli attori Enzo e Mario Salomone e al regista Gennaro  
Vitiello la "Libera Scena Ensemble"(qui) di Napoli. Come scenografa, costumista e
attrice partecipa a una serie di spettacoli con tournée in Italia e all'estero. E' in
questa intensa esperienza che Marisa Bello matura un approccio con la cultura
europea in cui la problematica del rapporto tra tradizione e innovazione, come
testimonia il lavoro per "Padrone e sotto" di Brecht, si precisa in una più chiara
visione politica che conduce a scelte più radicali. Abbandona il teatro per
allargarne le coordinate ad intenti più chiaramente pedagogici e di più precisi
rapporti con il territorio. Vive I'esperienza di animazione nel contesto
sottoproletario del rione Traiano con I'architetto Riccardo Dalisi ed entra a far
parte del collettivo di pedagogia alternativa della Mensa Bambini Proletari (qui) di
Napoli. Contemporaneamente inizia una riflessione teorica sul rapporto tra teatro
e territorio, creatività e mondo subalterno scrivendo articoli per la rivista Ombre
Rosse ed entrando nella redazione della rivista milanese Scena, diretta da
Antonio Attisani. ln quegli stessi anni vive l'esperienza del suo primo collettivo
femminista in cui la messa in crisi del modello politico patriarcale porta a una
maggiore attenzione al proprio mondo interiore e alle esperienze personali. Nel
'77 si trasferisce a Milano dove conduce corsi di animazione ed espressione
corporea per adulti e corsi di aggiornamento per insegnanti, le viene conferita
una docenza di Psico-pedagogia presso il Centro di Formazione Professionale
del comune di Pavia (1980)e una docenza di animazione presso I'istituto
Ortofrenico di Genova (1980-82). La profonda riflessione su se stessa intrapresa
con il femminismo e il ricco vissuto esperienziale attraverso il lavoro sul corpo,
riportano alla luce I'esigenza di riprendere il colloquio con I'antico amore per la
pittura che dagli inizi degli anni '80 diventerà man mano la sua attività e passione
dominante. Il lavoro artistico degli anni '80 percorre due diverse direzioni: la prima
riguardante la ricerca sull'architettura popolare della terra d'origine affiancata a
quella del cortile milanese, riannoda i fili della propria storia pittorica, lì dove si
era interrotta, con un paziente lavoro a china (qui). Con la seconda vengono
riconquistate tecniche come la tempera e I'acquerello che reinventano il
mondo dei Tarocchí (qui), intesi come figure archetipiche dell'immaginario collettivo.
Intanto il vissuto quotidiano nella metropoli cattura sempre più I'attenzione di
Marisa e i numerosi schizzi in treno e in metrò si condensano in opere presenti
nella sua prima mostra ad olio (1991), questa volta popolata di figure umane.
Questo passaggio dal mondo popolare arcaico a quello moderno cittadino si
affiancherà ad un altro filone di ricerca che dalle figure archetipiche dei
Tarocchi condurrà al mondo della mitologia e dei suoi rapporti con le psicologie
personali. Sarà forse questo ad arricchire I'acuta indagine psicologica nella
ritrattistica di Marisa Bello. L'intenso rapporto di vita e arte con il suo
compagno Giuliano Spagnul sposta I'accento su tematiche più squisitamente
politico-culturali come testimoniano mostre come: "A prescindere... o denaro", 
quella su Philip K. Dick, il Pinocchio di Manganelli e la produzione di manifesti "lmmagineparola". Nello stesso periodo riannoda i fili con le tematiche femministe 
entrando nell'Associazione di donne artiste "Oltreluna" ed esperimenta il rapporto 
con altre culture in una collaborazione artistica con I'egiziano Yossry Mighaed (qui)
La ricca problematicità che ci restituisce lo sguardo pittorico sulla realtà di 
Marisa Bello, non esclude momenti fortemente introspettivi, come la mostra di 
"Crisalidea"(qui) e quella sul disagio psichico "Mal di luna" (qui) e "L'ombra della luna", 
momenti profondi della fatica soggettiva dell'esistere oggi.
Nel 2007 incontra Emma Salvi che dirige la Galleria degli Artisti (qui). E' un felice 
sodalizio che accompagna una nuova fase pittorica più espressivamente matura 
dove la pennellata si fa più libera e sicura, sciogliendo la forma in una nuova sintesi 
narrativa la cui valenza poetica si e andata man mano strutturando nelle ultime 
mostre: "In viaggio" 2007, "Milano: tracce" 2010, "Creature" 2011 e 
“Là dove anche gli angeli esitano” 2013. 


per le mostre con Giuliano Spagnul vedi: