olio su tela - cm. 35x50 |
Visibilità. Saper vedere, saper leggere, saper
interpretare, insomma saper far emergere i significati nascosti di un’opera
d’arte, è questo che costituisce visibilità? È ciò che illumina e chiarisce,
che presiede alla possibilità del vedere? Capendo e conoscendo vediamo,
aumentiamo le possibilità del vedere stesso. Certo è importante imparare a
vedere ma è altrettanto importante sapere che ogni chiarificazione, ogni
aumento di visibilità porta in sé inevitabilmente anche una sorta di
addomesticamento delle qualità intrinseche che la capacità di vedere
potenzialmente possiede. La caratteristica principale che rischia di
depauperarsi è proprio quel posizionarsi del fare artistico tra il certo e
l’incerto, tra il raffigurare qualcosa (renderla visibile) e l’impossibilità di
afferrarla nella sua essenza, che continuamente sfugge. E allora la vera
visibilità, quella che significa in un’opera d’arte, è mostrare, rendere
affatto visibile l’impraticabilità della chiarificazione assoluta. Luce
intermittente e nomade, la visibilità nell’arte è raffigurabile solamente come
soglia che continuamente si apre verso mondi sempre altri, sempre mai
definitivamente conoscibili ma solo momentaneamente praticabili.
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