olio su tela cm. 40x60 |
Materia in mutamento. Riprendiamo il filo di questi
discorsi in libertà all’ombra di una mostra pittorica seguita nel suo farsi.
Non critica delle opere, altra persona più competente la farà, ma tentativo
di problematizzazione di un fare
artistico, il dipingere, che nonostante sembri messo in crisi dall’avverarsi di
nuove tecnologie di riproduzione sempre più sofisticate, non sembra decidersi a
voler scomparire. Sono gli ultimi bagliori di una manualità ormai di fatto
superata o nella pervicace resistenza di questa tecnica (perché sempre di
tecnica si tratta) si può forse scorgere il legame profondo tra corpo e mondo
nella storia dell’umano agire? Immaginario dell’artista (ma anche di qualunque
artefice di immagini) e autonomia dell’immagine prodotta. Significato recondito
di un’immagine o pluralità di significati possibili. Necessità delle immagini
in un mondo che ne è vieppiù saturo. Temi su cui forse è necessario riflettere,
soprattutto in un mondo in cui di parole come arte, cultura, creatività, si è più
che abusato. Seguendo il percorso per immagini di Marisa Bello, nella
concretezza di un fare, queste domande possono forse trovare il coraggio di non
vergognarsi e di reclamare il diritto, financo la necessità dell’interrogarsi
sul perché facciamo le cose che facciamo. Perché queste e non altre; se non più
facili se mai più originali, più nuove, al passo coi tempi. Forse perché, come
scriveva Henry Corbin, “camminare al passo con i tempi” è “un’espressione non
soltanto triviale ma traviante, perché
invita non già ad aderire al tempo cui davvero si appartiene, ma a perdersi nel
tempo di tutti.”?
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